GoBeyond: innovazione responsabile che genera una nuova idea di futuro. Intervista a Fabio Ventoruzzo di Sisal

GoBeyond: innovazione responsabile che genera una nuova idea di futuro. Intervista a Fabio Ventoruzzo di Sisal

La GoBeyond Academy è la piattaforma digitale per lo sviluppo delle competenze imprenditoriali delle start-up che progettano, oggi, il futuro. Di questo futuro e di come immaginarlo e realizzarlo abbiamo parlato con il Corporate Communication & Sustainability Director di Sisal.

30/03/2023 , tempo di lettura 6 minuti

Sono passati dieci anni da quando, nel 2003, Henry Chesbrough, professore dell'Università della California a Berkeley, pubblicava il suo Open Innovation: The New Imperative for Creating and Profiting from Technology, recentemente tradotto in Italia. Nel suo saggio, il professor Chesbrough propone un nuovo modello di innovazione che coinvolge attivamente attori esterni al business stesso, attivando una sinergia di idee, conoscenze e risorse al fine di creare non un singolo eccezionale progetto innovativo, ma un sistema capace di produrre innovazione, crescita diffusa e valore: un vero e proprio ecosistema. Uno degli aspetti fondamentali dell'open innovation è proprio la creazione di questo ecosistema di innovazione, in cui le diverse parti interessate possono interagire e collaborare per creare nuove opportunità di business. In questo modo, le aziende sfruttano al meglio le conoscenze e le competenze disponibili sul mercato, creando condizioni di crescita preziose, in particolare, per le start-up. A loro è affidato un compito importante: immaginare il futuro, e renderlo attuale.

Questo approccio ha inciso profondamente nella cultura imprenditoriale degli ultimi anni. E proprio di cultura imprenditoriale, ecosistemi virtuosi e filosofia delle start-up abbiamo parlato con Fabio Ventoruzzo, Corporate Communication & Sustainability Director di Sisal.

Sisal ha creato GoBeyond, il progetto ormai giunto alla settima edizione che mette in contatto le start-up con un network di realtà imprenditoriali affermate, per creare un ecosistema in cui possano fiorire esperienze imprenditoriali responsabili e forti di una visione di futuro. Feltrinelli Education ha curato la GoBeyond Academy, una piattaforma digitale per lo sviluppo delle competenze imprenditoriali che coinvolge le migliori energie del Gruppo Feltrinelli per stimolare giovani e imprenditori del territorio. 

Un progetto importante, quello che Sisal propone con GoBeyond, se si guarda ai numeri della nuova imprenditoria in Italia. Il mondo delle start-up italiane continua a essere in fermento, come dimostra il dato registrato nel primo trimestre del 2022 per il report del Ministero dello Sviluppo Economico: 14.362 start-up innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese, il che rappresenta un aumento del 2% rispetto al trimestre precedente. Secondo il rapporto, il 75,8% delle start-up innovative fornisce servizi alle imprese, tra cui la produzione di software e la consulenza informatica (38,8%), attività di ricerca e sviluppo (14,4%) e servizi di informazione (8,8%). Il 16% opera nel settore manifatturiero, in particolare nella fabbricazione di macchinari (2,9%) e di computer e prodotti elettronici e ottici (2,2%), mentre solo il 3% si dedica al commercio. Per quanto riguarda la composizione sociale, è interessante notare che la presenza femminile è in aumento, con il 43,4% delle start-up e delle PMI innovative che ha almeno una donna nella compagine societaria. Inoltre, il 16,9% delle start-up e PMI innovative sono fondate da persone under 35. Elementi, questi, particolarmente cari al progetto GoBeyond, che volge lo sguardo a un modo di fare impresa che sia davvero innovativo e responsabile, in linea anche con i 17 obiettivi di sviluppo responsabile fissati dall’ONU per il 2030

Sisal, con GoBeyond, guarda in avanti. Ma la sua storia inizia settantasei anni fa, nel 1946, quando tre giornalisti appassionati di calcio inventano il primo gioco a pronostici legato a questo sport per contribuire alla ricostruzione degli stadi distrutti durante la guerra. Cosa ci racconta questo di Sisal e di GoBeyond?

In quella prima avventura c’erano già, a mio avviso, gli elementi propri dell’identità e del business character di Sisal, e anche del progetto GoBeyond. Al centro c’è il concetto di responsabilità, cioè la consapevolezza che un business è calato in un tessuto sociale, storico, culturale e, a partire da qui, cerca di produrre sviluppo seguendo una visione di futuro. Potremmo dire che Sisal sia una start-up di settantasei anni: una business idea con un relevant scope. Esattamente ciò che cerchiamo con GoBeyond oggi: start-upper con una visione capace di generare valore positivo per tutta la società, perché responsabilità vuol dire capacità di leggere lucidamente le nuove esigenze sociali, i tempi che cambiano. Sono passati settantasei anni, ma noi crediamo che In questo momento su innovazione, responsabilità e digitalizzazione Sisal possa ancora esercitare il proprio relevant scope. 

Non mi pare un caso che proprio Sisal, che nasce dal mondo sportivo e ludico, arrivi a interessarsi della cultura imprenditoriale del futuro. E del resto i parallelismi tra agonismo sportivo e competizione imprenditoriale non sono pochi. Il percorso della  GoBeyond Academy si regge su tre pilastri: cultura imprenditoriale, creazione di un business plan, previsione e analisi dell’impatto. Quanto possono essere utili i valori sportivi per declinare al meglio queste categorie?

Tra cultura sportiva e cultura aziendale ci sono molti punti di aderenza e una certa comunanza di valori. Mi piace partire dalla parola empowerment, in sostituzione al concetto su cui invece ci si sofferma troppo, quello di performance. La cultura della performance ti porta a guardare soltanto alla competizione, alla gara. E invece dovremmo ragionare in termini di empowerment, che ha una funzione importante di capacity building: non una gara a chi prevale, ma il concorso sinergico di tutti gli attori alla creazione di un ecosistema in salute capace di generare valore, prosperità, prospettive. Ritorna il concetto di responsabilità: costruire, non gareggiare. Ma senza rinunciare all’ambizione, che nello sport come nel mondo del business è fondamentale. Ambizione vuol dire guardare in avanti, voler superare i risultati previsti: andare oltre, appunto, che è l’invito che GoBeyond rivolge sin dal nome che abbiamo scelto per il progetto, e dal claim che lo accompagna: Go For It. E ce lo ricordiamo anche noi in Sisal ponendoci obiettivi molto ambiziosi per il 2030: zero giocatori problematici, zero gender pay gap e zero net carbon emission. Sono obiettivi che vanno oltre le previsioni, lo ammetto, ma è necessario puntare più in alto per centrare un obiettivo: proprio come la traiettoria di tiro di un arciere. Puntare così in alto è ambizioso, certo, ma è anche empowering per sé, per i partner, per l’intero ecosistema. Porsi questo genere di obiettivi vuol dire lavorare per uno sviluppo responsabile. 

GoBeyond, l’iniziativa di Sisal che supporta l’innovazione responsabile, è nata per intercettare e far crescere le idee capaci di cambiare le cose in profondità e promuovere l’ecosistema italiano dell'imprenditorialità. Il progetto si basa su tre pilastri: Call for Ideas, Academy e Community. Quali sono i risultati che avete raggiunto?

Ormai alla settima edizione possiamo ricostruire l’evoluzione del progetto. GoBeyond era nato per supportare prevalentemente l’innovazione di natura tecnologica, in particolare nel settore fintech che in quegli anni era molto rilevante. Dopo le prime edizioni, però, anche grazie al contatto con la visione delle tante start-up che abbiamo incontrato, siamo tornati alla domanda da cui ogni impresa dovrebbe partire: perché facciamo business? Abbiamo individuato il nostro relevant scope nello sviluppo responsabile per un futuro più digital, green, inclusivo. Così noi per primi siamo “andati oltre” le nostre previsioni iniziali e abbiamo aperto una call for ideas molto più ampia sul concetto di innovazione responsabile. Volevamo andare oltre, e volevamo aiutare ad andare oltre anche le tante start-up dell’ecosistema Italia: soprattutto quelle che avevano ricevuto molti no, da partner e investitori. Volevamo aiutarle ad andare oltre il muro dei no che tante start-up si trovano davanti, un muro costituito spesso da mancanza di ambizione. E, da qui, un secondo passaggio: cosa puoi fare, quando abbatti questo muro dei no? Andare oltre questo muro ti permette di tornare a guardare lontano, cercando di prevedere gli impatti positivi di una business idea, dunque di reintegrare il relevant scope che è fondamentale in un progetto di innovazione responsabile. 

L’Academy è un elemento centrale del progetto. Per spiegarlo voglio partire dalla distinzione tra innovazione responsabile e sostenibile. L’innovazione sostenibile è self standing, è un progetto virtuoso e positivo che guardando al proprio sviluppo non entra in contraddizione con l’ecosistema. L’innovazione responsabile fa invece un passo ulteriore: è empowering, abilita altra innovazione, esercita un impatto positivo e generativo intorno a sé e sugli altri business. Per fare questo, ci siamo resi conto che non bastava premiare la start-up migliore ma era necessario prenderci la responsabilità di un percorso formativo, per creare innanzitutto il contesto culturale di una vera innovazione responsabile, per contribuire al rinnovamento della business culture. Così è nata la GoBeyond Academy, in partnership con Feltrinelli Education: un luogo in cui si costruiscono innanzitutto competenze sociali che, integrate nei modelli di business, permettono di pianificare, prevedere e generare impatti realmente positivi delle start-up nella società. Competenze sociali messe subito in gioco all’interno del network che abbiamo costruito, un ecosistema fatto di partner, aziende affermate, acceleratori di sviluppo, incubatori. Una vera e propria community di innovatori: i gobeyonders

Infine i risultati, per noi incredibili. Abbiamo ricevuto in questi anni 1150 candidature di start-up, 352 solo quest’anno. Gobeyond ha aiutato queste start-up a mettersi a fuoco, inquadrare il proprio relevant scope, costruire il proprio network, emergere. Pensate che l’Academy registra più di 1000 partecipanti ai corsi. Questi numeri, per noi molto positivi, sono però un punto di partenza, non di arrivo. I risultati per noi si misurano in rapporto alla capacità di facilitare il raggiungimento di obiettivi alti, che contribuiscano a generare un modello positivo di società. Così, soprattutto nell’ultimo anno, abbiamo generato relazioni con organizzazioni che si occupano di start-up a impatto, come per esempio start-up Geeks. Oppure Angels4women, il primo network di business angels che investono in start-up a leadership femminile. Rispetto a questo tema, Gobeyond non ha premi al femminile ma lavoriamo affinché il nostro ecosistema dia alle leadership femminili tutto lo spazio e le opportunità, attraverso la comunicazione, la struttura della call, i criteri di selezione: quest’anno abbiamo ricevuto il 40% di candidature di start-up al femminile, è la call a essere strutturalmente inclusiva. E per leadership femminile intendiamo qualcosa di molto preciso. I criteri di definizione della leadership femminile sono molto rigidi: almeno il 25% del capitale deve essere posseduto da una donna e la società deve essere guidata da almeno una CEO o una COO. Sono parametri che chiediamo in fase di application, anche per avere gli strumenti per monitorare il mondo delle start-up su questo tema. 

Feltrinelli Education ha contribuito a creare assieme a voi la piattaforma e i contenuti dell’Academy. La GoBeyond Academy rappresenta il ponte tra la formazione universitaria e l’innovazione: un percorso di formazione completamente gratuito con docenti qualificati ed esperti dell’imprenditoria per promuovere lo sviluppo di nuove idee, per stimolare la cultura del fare impresa in Italia e per permettere ai futuri innovatori di avere gli strumenti per rendere la propria start-up scalabile, sostenibile e a impatto. Secondo te quali sono le skill imprescindibili che un/a gobeyonder deve possedere?

Un gobeyonder deve possedere e sviluppare tre skills, essenziali:

  1. Avere chiaro quale esigenza la start-up va a colmare, cioè sviluppare una visione responsabile e porsi un relevant scope. 
  2. Avere il coraggio di rischiare e andare oltre, go for it!, che è un concetto tutt’altro che banale perché richiede di mettere continuamente in discussione le proprie idee e il proprio progetto, alzare continuamente il tiro verso un’innovazione davvero responsabile. 
  3. Saper comunicare. Saper comunicare è indispensabile, fa la differenza tra una bella business idea e una start-up capace, in salute, che cresce. Comunicare ai customer e ai partner, dialogare in modo efficace all’interno del proprio ecosistema.

Il mercato, oggi, sembra essere capace di assimilare tutto e dare spazio e rappresentazione a qualsiasi esperienza. Le start-up, in prima fila, hanno il compito e l’ambizione di immaginare come vivremo insieme nel futuro, dedicando la propria attenzione a esigenze ed esperienze sempre più particolari, finora ignorate dal mercato. L’innovazione è un prodotto della diversità, quindi, ma non si può ignorare chi teme che nel mercato ogni esperienza si appiattisca e che dietro l’angolo ci sia la minaccia del greenwashing, pinkwashing, rainbow-washing, ecc. Bisogna avere una storia per fare impresa? E se il “perché lo fai” conta tanto quanto il “cosa fai”, in che modo si può insegnare a un giovane imprenditore a scrivere e raccontare la propria storia imprenditoriale in modo autentico? 

Su questo fronte c’è stata una grande evoluzione. Fino a qualche anno fa, la credibilità di un’impresa era data dalla business capability, cioè dalla capacità dell’azienda di generare ricchezza, di crescere, produrre. Oggi, invece, l’elemento più importante è forse il corporate character, l’identità del business. Una start-up oggi deve saper rispondere a domande importanti: chi sono, cosa rappresento, che visione di società promuovo. Questi elementi identitari forti dovrebbero provenire dal founder, che incarna la storia e i valori del proprio business: da qui genera la propria leadership autentica, ma anche la visione, lo scope, la propria capacità di intercettare i grandi cambiamenti, i nuovi bisogni. La capacità e la modalità di generare risposte dipende in gran parte dalla propria storia. Ed è tutt’altro che una questione velleitaria: la risposta del mercato conferma questa necessità. Sempre più, il mercato premia le aziende che creano valore sul medio-lungo termine, dunque che inseguono un relevant scope, una visione di impatto sulla società piuttosto che il guadagno immediato fine a se stesso. Siamo particolarmente orgogliosi che circa un terzo delle start-up che rispondono alla nostra call for ideas aggancino i propri obiettivi a quelli individuati dalle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile entro il 2030. 

La start-up che è stata premiata alla call for ideas 2022 è PipeIn, che offre una soluzione tecnologica disruptive che trasforma l’approccio della manutenzione delle tubature in Italia, riducendo il 70% dei costi non pianificati e aumentando del 20% la vita media delle condotte. Qual è stato l’elemento vincente di PipeIn che ti senti di raccomandare anche ad altre start-up?

Innanzitutto la chiarezza e rilevanza dell’idea. PipeIn ha saputo individuare e spiegare in maniera chiara il proprio relevant scope: intervenire sulla scarsità di acqua. Ha individuato un bisogno reale e ha fatto coincidere il proprio obiettivo di business con questa domanda reale. Molto spesso ci si concentra solo sul potenziale innovativo delle tecnologie sviluppate, ma in realtà nell’innovazione responsabile lo scope è ancora più importante della tecnologia. 

E ora parliamo del vostro futuro. Quali sono le ambizioni di GoBeyond?

Anche noi continuiamo a guardare oltre e individuiamo al momento tre ambizioni per GoBeyond. 

  1. Vorremmo innanzitutto aprire GoBeyond allo scenario internazionale, a partire da quei mercati dove Sisal è già presente. Questo è fondamentale per costruire un ecosistema più ricco, forte di energie, idee, mercati differenti. 
  2. Puntiamo poi a entrare nelle equity delle migliori start-up individuate grazie a GoBeyond, per integrare risorse sociali, finanziarie e tecnologiche ed essere acceleratori di innovazione e crescita. Proprio in questi mesi stiamo ragionando sulle modalità di questa evoluzione. 
  3. Infine, puntiamo a integrare l’innovazione che intercettiamo con GoBeyond con gli obiettivi di business di Sisal, attraverso il lavoro del nostro Innovation Lab con sede a Torino. Trasformare dunque le pratiche di open innovation in una vera e propria open social innovation, per intercettare prospettive di business condivise. Se cresce Sisal, cresce GoBeyond, si moltiplicano le opportunità. 

Così GoBeyond spinge verso il futuro, seguendo una visione chiara di crescita condivisa e sviluppo sociale, economico, culturale. Alimenta un ecosistema virtuoso che genera un’innovazione responsabile perché, innanzitutto, rinnova il modo di pensare il business e la società. In un’epoca in cui sono venuti meno i corpi intermedi, alle aziende è richiesto attivismo civico: quale contributo positivo può dare un business alla società di oggi e di domani? Questo è ciò che chiede GoBeyond, e questo è quello che chiedono oggi i consumatori, sempre più consapevoli. 


Registrati alla newsletter

Segui Arianna, la newsletter di Feltrinelli Education per
non perdersi nel cambiamento: gratis, settimanale, per te!
Segui Arianna