Come e perché coltivare il proprio talento imprenditoriale

Come e perché coltivare il proprio talento imprenditoriale

I tre step da seguire per scoprire o coltivare il proprio talento imprenditoriale: lanciare una Side Hustle, avere un problema da risolvere, uscire dalla nostra routine professionale

Jacopo Perfetti
Jacopo Perfetti
17/12/2020 , tempo di lettura 4 minuti

Nel mio libro, “Inventati il lavoro”, racconto molte storie di persone che, dopo aver lasciato (o perso) il posto fisso, si sono messe in proprio, re-inventandosi come imprenditori o imprenditrici. Alcune di loro volevano farlo. Altre invece no. Non avrebbero mai pensato di avere le risorse e le competenze per cambiare, da sole, la propria vita professionale. Ma si sono trovate costrette a re-inventarsi e hanno scoperto di avere un talento che non pensavano di avere.


E funziona sempre così, quando qualcosa che pensiamo essere impossibile è necessaria. Quando dobbiamo farla, perché non abbiamo altra scelta. Allora diventa possibile. Troviamo sempre il modo di farla. Perché, come scrisse il fondatore di Linkedin Reid Hoffman, oggi siamo tutti imprenditori, anche quando non sappiamo di esserlo.


Ogni volta che risolviamo un problema, ogni volta che proviamo un nuovo modo di fare qualcosa, ogni volta che ci entusiasmiamo per quello che stiamo facendo, ogni volta che ci mettiamo del nostro, ogni volta che sbagliamo, ogni volta che ci riproviamo. Siamo degli imprenditori o delle imprenditrici.


E sapere di avere un innato talento imprenditoriale, sapere che qualsiasi cosa succederà saremo in grado di re-inventarci e andare avanti, è una risorsa preziosa. Perché in un mondo del lavoro che cambia sempre più velocemente, anche noi come professionisti siamo chiamati a cambiare. Siamo chiamati a essere imprenditori, anche quando non lo siamo o non sappiamo di esserlo.


Anche se nella vita lavoriamo, e magari continueremo a lavorare, come dipendenti, è sempre più importante (se non necessario direi…) metterci del nostro e costruirci noi il nostro futuro professionale. Di fronte a un’idea di carriera lunga che è diventata sempre più corta, anche come dipendenti dobbiamo metterci intraprendenza, testare strade differenti, cambiare settore, continuare a studiare e formarci, e proporre progetti e soluzioni, al posto di inviare curriculum. In una parola dobbiamo re-inventarci di continuo per evitare di uscire dal mercato.


Ma come scoprire o coltivare il nostro talento imprenditoriale? Ci sono molti modi per farlo, per esempio potremmo:


1. Lanciare una Side Hustle.

Coltivare il proprio talento imprenditoriale non vuol dire necessariamente lasciare il nostro lavoro per dedicarci a tempo pieno a una nuova iniziativa imprenditoriale. Soprattutto all’inizio, quando non siamo sicuri della nostra idea o se noi funzioneremo come imprenditori, è meglio fare un test. 


È meglio testarci come imprenditori o imprenditrici attraverso una “Side Hustle”, ovvero trasformando un hobby o un’attività parallela al nostro lavoro in una piccola impresa che genera profitti e che, un domani, potrebbe diventare un lavoro a tempo pieno. Per farlo, l’ideale è che questa attività abbia tre caratteristiche: 1) Bassi costi e tempi ridotti di avviamento così da poterla testare sul mercato il prima possibile e riducendo i costi di avviamento; 2) Che ci diverta e ci appassioni, visto che dovremo dedicargli del tempo che il più delle volte faremo fatica a trovare; e 3) Che soddisfi un bisogno di mercato reale e che sia quindi traducibile in un prodotto o servizio vendibile. 


È un metodo che funziona. Non a caso, molte aziende, tra cui The Body Shop, ProductHunt, Groupon, Twitter, Unsplash, Oculus, Khan Academy, Instagram e Slack, sono nate così, come semplici “Side Hustle”.


2. Avere un problema da risolvere.

Spesso mi viene chiesto cosa serva per mettersi in proprio o per lanciare un’iniziativa imprenditoriale. Non esiste una sola risposta. Diciamo che dipende da molti fattori, in primis da cosa si vuole fare. Tuttavia c’è un elemento comune a qualsiasi lavoro si voglia fare o inventare: serve un problema. Serve avere un problema personale (come essere licenziato o sentire l’esigenza di cambiare lavoro) oppure trovare un bisogno di mercato da soddisfare con il proprio servizio o prodotto. 


La “bella notizia” è che oggi il mondo è pieno di problemi da risolvere, inefficienze da colmare e bisogni da soddisfare, e provare a risolverne anche solo uno è un ottimo modo per testare il nostro talento imprenditoriale.


3. Uscire dalla nostra routine professionale.

Qualsiasi altra professione ha, bene o male, dei percorsi tracciati. Delle regole chiare. Un Cursus honorum definito. L’imprenditore no. 


Ci sono imprenditori giovani e imprenditori vecchi. C’è chi ha sempre fatto l’imprenditore. E chi inizia a farlo dopo una vita da dipendente. C’è chi ha studiato tantissimo e chi non ha neanche un diploma. C’è chi è esperto del proprio settore e chi non ne sa nulla. Non c’è un percorso segnato. Perché fare l’imprenditore è come guidare nel deserto, non ci sono strade ma solo direzioni. Quindi il modo migliore di scoprire il nostro talento imprenditoriale è mettersi alla prova. Uscire dalla nostra routine professionale. Provare nuove strade. Abbandonare, almeno per un po’, la nostra comfort zone. Darci delle restrizioni. Perché non nasciamo creativi, ma diventiamo creativi e se avessimo sempre tutto ciò che ci serve a portata di mano, la creatività, così come il nostro talento imprenditoriale, sarebbe inutile. I limiti, i problemi o le difficoltà invece sono ciò che ci rende creativi e innovativi.


Concludo con una citazione dell’imprenditore Tom Preston-Werner, che un giorno scrisse: «Quando sarò vecchio e in punto di morte, vorrò guardarmi indietro e dire “Wow! Che avventura che è stata!”, non “Wow! Mi sono sentito così al sicuro”». Per coltivare il nostro talento imprenditoriale, magari dovremo lasciare da parte un po’ di quella sicurezza che ci dà la nostra comfort zone professionale, ma in cambio avremo la possibilità di vivere una vita professionale molto più coinvolgente ed appagante.


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