Parliamo di libri: fare promozione editoriale online. Intervista a Veronica Giuffré

Parliamo di libri: fare promozione editoriale online. Intervista a Veronica Giuffré

Come si promuove un libro online? In questa intervista, Veronica Giuffré ci racconta come far incontrare libri e lettori.

17/04/2024 , tempo di lettura 3 minuti

I libri, prima ancora di essere letti, devono poter essere trovati dal proprio pubblico, che è sempre più distratto. In altre parole, bisogna che dei libri se ne parli. Per questo esiste il lavoro di promozione editoriale, la cui ragion d’essere è proprio quella di creare connessioni preziose, disseminare indizi e invogliare la lettura, facendo incontrare ciascun libro con il suo lettore. 

La comunicazione editoriale oggi si fa soprattutto sfruttando il grande potere di risonanza generato da internet e dai social, ed è dunque indispensabile acquisire i fondamenti del linguaggio digitale e saper costruire una strategia di promozione puntuale ed efficace fra i diversi canali. Questi sono solo alcuni degli argomenti che affronteremo durante il corso “Raccontare i libri. Fare comunicazione editoriale online” insieme alla docente Veronica Giuffré, che abbiamo intervistato per l’occasione. 


Ci racconti del percorso che ti ha portata a occuparti di comunicazione editoriale online?

Come capita spesso a chi lavora in questo settore, ho iniziato in redazione in casa editrice. Mi prendevo cura dei testi e mi occupavo anche di impaginazione e progettazione grafica. Era il 2014 e il fenomeno social stava mostrando il suo potenziale nel mettere in contatto le persone, a grande velocità e a ogni latitudine. 

L’editore per cui lavoravo stava attraversando un momento di crisi – cosa per niente strana in editoria. Io, che ero già @icalzinispaiati, ho pensato: perché non raccontare sui social il punto di vista dei dipendenti, per dare risonanza a quello che sta accadendo? Insomma, la mia prima esperienza di comunicazione editoriale online è nata per dare voce a una protesta.

In quell’occasione ho scoperto che esisteva una professione in grado di coniugare il mio amore per le parole e le mie competenze grafiche. Oggi sono social media manager e responsabile dei contenuti per uno studio editoriale e anche per conto mio, per case editrici e progetti culturali.


L’essenza del tuo lavoro, come racconti bene nella bio del tuo progetto @icalzinispaiati, è quella di “far incontrare libri e persone”. Come è nata e cresciuta la tua community?

Quando provo a ricostruire la storia di @icalzinispaiati, parto sempre dal primo contenuto che ho pubblicato su Instagram, nel lontano 2012. Uno scatto rubato su un bus di Roma a una donna molto anziana, immersa nella lettura del suo libro. Didascalia: “Queste sono le persone che resteranno giovani per sempre”. Così, con una manciata di hashtag e un filtro improbabile, ho iniziato a costruire una community che oggi riunisce diverse migliaia di lettori.

Il salto è arrivato qualche anno dopo. Quando, oltre a scrivere recensioni di libri apparecchiati per colazione – che a volte erano troppo lunghe e straripavano sul mio blog – ho iniziato a raccontare i libri agli altri, in diretta su Instagram. Con il tempo sono cambiati gli strumenti, ma non l’intento che muove la mia ricerca: mi piace spingermi per sentieri inesplorati e provare a portare con me chi mi segue. Che siano consigli di lettura, reading dal vivo o progettazione di strategie di comunicazione, l’intento è sempre lo stesso: far incontrare libri e persone.


Hai iniziato con il blog e sei approdata su TikTok, due canali assai diversi tra loro per pubblico e tipologia di contenuti. Quanto è importante nel lavoro di promozione editoriale online riuscire a intercettare le nuove tendenze e costruire una strategia multicanale funzionale ai propri obiettivi?

Seguire un po’ il vento è inevitabile per rimanere a galla, in un contesto che cambia molto in fretta. Questo però non vuol dire che mirare all’omologazione sia una buona strategia. Al contrario, avere a disposizione una grande varietà di mezzi espressivi significa avere più possibilità per intercettare la piattaforma adatta su cui esprimere i propri contenuti.

Il segreto semmai è tenersi aperta sempre più di una strada e non restare indietro rispetto alle novità, per non correre il rischio di mandare in fumo anni di lavoro, quando una piattaforma cambia le regole o addirittura chiude. Per quanto l’online sia ormai un’estensione della nostra identità, dovremmo sempre ricordarci che siamo ospiti di una casa di cui non possediamo le chiavi.


Ognuno di noi ha qualcosa da dire e una personale modalità per farlo. La sfida posta dai social, forse, è riuscire a trovare la giusta alchimia e la propria voce nel raccontare un libro. Sei d’accordo? Pensi sia necessario “metterci la faccia”?

Non potrei essere più d’accordo con l’idea che sia indispensabile trovare il proprio modo di abitare i social, e soprattutto la propria voce per raccontarsi. Anche se non sembra sempre così, il potenziale umano di queste piattaforme è enorme, proprio perché permettono di accorciare le distanze.

In questo senso, è inevitabile che sia più facile affezionarsi a qualcuno che si mostri in carne e ossa, dall’altra parte dello schermo. Ma, di nuovo, non è una formula che può funzionare alla perfezione per chiunque. Esistono progetti che hanno un successo enorme e in cui non si vede una faccia neanche per sbaglio.


Cosa non deve mancare in una strategia di promozione di un prodotto editoriale?

Due o tre cose per me indispensabili: una conoscenza scrupolosa del prodotto, dei suoi punti di forza e dei suoi difetti, insieme a un’analisi approfondita del contesto in cui si inserisce. Ma soprattutto, la consapevolezza che non esiste una ricetta preconfezionata ed efficace per tutti.

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