Fumetti in Italia: storia di un mercato in crescita

I fumetti in Italia: un mercato in continua espansione

Quando si parla di fumetti si pensa sempre al Giappone, eppure in Italia abbiamo una tradizione lunga decenni e un mercato che non conosce crisi. Ecco i numeri

17/05/2021 , tempo di lettura 3 MINUTI

Quando si pensa ai fumetti la nostra mente comincia a viaggiare lontano. Va verso Oriente, a quel Giappone che con i suoi manga ha rivoluzionato l’editoria mondiale, facendo scoppiare l’amore verso le famose “nuvolette” che tutti, presto o tardi, abbiamo imparato ad amare. Eppure anche in Italia fumetti e graphic novel sono una realtà ormai consolidata da decenni. Niente a che vedere con i numeri del Giappone o con lo strapotere statunitense, ma il nostro Paese rappresenta comunque uno dei principali mercati mondiali a livello di fatturato e vanta opere entrate nell’olimpo della fumettologia. Basti pensare a Tex, la serie a fumetti western ideata nel 1948 da Giovanni Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini, ai celeberrimi Diabolik, Dylan Dog e Corto Maltese. Per non parlare dei disegni di Milo Manara, della comicità di Leo Ortolani, dell’arte di Tito Faraci, arrivando fino all’attuale successo di Zerocalcare. 

La tradizione c’è, il talento pure e il mercato è in continua crescita nonostante le difficoltà che il comparto editoriale sta sperimentando negli ultimi anni. Anzi, mentre le vendite di libri vanno a rilento, quelle di fumetti e graphic novel continuano ad aumentare, conquistando vette sempre più alte. 

Il mercato italiano dei fumetti 

Ci sono pochi studi e pochi dati sul mercato dei fumetti, ma uno dei più completi e più recenti è quello effettuato dalla FEP, acronimo di Federation of European Publishers, e presentato a fine gennaio durante l’Angoulême Rights Market, un programma legato al Festival de la Bande Dessinée d’Angoulême. In base ai dati contenuti nel report, il mercato del fumetto in Italia vale tra il 2 e il 6% dell’intero comparto editoriale. Livelli simili a quelli registrati in Germania, Portogallo e Spagna, ma lontani anni luce dai record di Francia (dove i fumetti hanno un peso del 15% sul comparto editoriale) o del Belgio, che arriva addirittura al 33 per cento. 

A colpire è soprattutto la crescita registrata nel 2020. Complice la pandemia di Covid-19 che ha costretto a casa milioni di persone, gli italiani sembrano aver scoperto l’amore per la lettura dei fumetti. A dimostrarlo numeri e percentuali: lo scorso anno, il fatturato ha toccato quota 43 milioni di euro, segnando rispetto al 2019 un aumento del 42%. Per fare un confronto, secondo gli ultimi dati di Nielsen, nello stesso periodo l’editoria di varia è cresciuta “solo” del 2,4%. 

In questo contesto occorre tenere in considerazione anche un’altro aspetto. Come evidenzia anche Fumettologica, il più importante sito italiano dedicato ai fumetti, i dati italiani sono incompleti perché tengono conto solo delle vendite realizzate da librerie tradizionali, supermercati e catene online, escludendo fumetterie, edicole e fiere specializzate. Piero Attanasio, numero uno dell’Associazione Italiana Editori, sottolinea inoltre che l’aumento costante registrato negli ultimi 2-3 anni dai fumetti è dovuto soprattutto al successo delle opere vendute in abbinamento ai quotidiani

"Il 2020 è stato però anche l’anno che ha visto un graphic novel – Lyon: Le storie del mistero di Davide Costa e Emanuele Virzì con la supervisione di Lyon Gamer, edito da Magazzini Salani – posizionarsi tra i 10 libri più venduti in Italia, secondo la classifica compilata da GfK, uno dei principali istituti di ricerche di mercato al mondo. Una classifica che ha visto issarsi tra i primi 50 anche i due graphic novel di Zerocalcare pubblicati da Bao Publishing nel corso del 2020: Scheletri (alla ventiseiesima posizione) e A Babbo morto (trentatreesimo)”, fa notare Fumettologica. 

Come va all’estero?

A livello mondiale, il mercato del fumetto vale 6 miliardi di euro ed è dominato sempre e comunque dal Giappone, che pesa per il 43% delle vendite registrate in tutto il mondo. Per quanto riguarda l’Europa, in Paesi come Portogallo, Germania e Spagna la diffusione dei fumetti è simile a quella registrata in Italia. Nel vecchio continente però ci sono due primati difficili da scalfire: il Belgio e soprattutto la Francia. Quest’ultima, secondo i dati Gfk, nel 2020 ha registrato un aumento dei ricavi pari a +9% rispetto al 2019, con oltre 53 milioni di copie vendute per un fatturato generato di circa 591 milioni di euro. Numeri che consentono ai transalpini di piazzarsi tra i big del mercato globale del fumetto, con una quota pari all’8% del totale.


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