Lavorare nell’arte oggi: intervista a Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei

Lavorare nell’arte oggi: intervista a Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei

Quello artistico-culturale – e della sua curatela – è un settore che, vivendo metamorfosi costanti e sempre più rapide, richiede nuove competenze per avvicinare l’arte alle persone, e viceversa. Di questo abbiamo parlato con Stefano Karadjov.

24/04/2024 , tempo di lettura 3 minuti

In un settore in rapido cambiamento come quello artistico-culturale, servono nuove competenze per approcciarsi alla curatela tenendo conto di esigenze che coinvolgono numerosi soggetti, anche dal basso: le persone, i territori e le comunità che li abitano

In occasione della partenza della "Factory di organizzazione mostre: ideazione, allestimento, comunicazione", curata dalla Fondazione E.ART.H., abbiamo intervistato uno dei docenti che ci accompagnerà durante il percorso, Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei dal 2019. La Factory è un percorso dal taglio pratico e teorico pensato per entrare nel mondo espositivo dell'arte e per coprire tutti gli aspetti che stanno dietro l'organizzazione di una mostra. Karadjov vanta una ricca esperienza alle spalle – incluso l’insegnamento all’Università di Padova e all’Università Cattolica di Brescia – che annovera anche il lavoro alla Triennale di Milano, dove ha prodotto eventi e mostre internazionali dal 2003 al 2011. Lungo la sua carriera ha curato il programma artistico-culturale del Carnevale di Venezia dal 2011 al 2019 ed è stato direttore contenuti per il Padiglione Zero di Expo Milano 2015. 


Quali sono le conoscenze imprescindibili che un giovane deve avere per inserirsi nel mondo della curatela e dell'organizzazione mostre oggi?

Sono indispensabili competenze di natura scientifica e dunque storico-artistica, archeologica, architettonica o etnografica per affrontare la curatela delle mostre. A queste competenze vanno aggiunte delle conoscenze relative al sistema dell’exhibition, che possono essere acquisite con la pratica nelle istituzioni oppure attraverso dei master. Tra le conoscenze più essenziali, competenze di design, di sociolinguistica per la scrittura dei testi e di design per la relazione con gli spazi, anche se la gran parte delle organizzazioni strutturate come Fondazione Brescia Musei dispongono di professionisti dedicati a queste ultime competenze. Per quanto riguarda invece l’aspetto organizzativo, le competenze scientifiche possono essere importanti ma non sono decisive, quanto invece sono le conoscenze del sistema delle mostre, inteso come competenze di produzione esecutiva, comunicazione, logistica e analisi degli economics, che oggi sono dirimenti a causa dell’impatto economico che le mostre generano nelle strutture che le organizzano.


Come si possono avvicinare le persone all’arte in una maniera più consapevole? O è l’arte, nel modo in cui viene comunicata e promossa, a doversi avvicinare alle persone?

Bisogna agire su entrambe le direttrici. Stimolare prima di tutto il settore didattico, e dunque milioni di insegnanti di ogni ordine e grado, a tornare a considerare l’alfabetizzazione artistica e la frequentazione dei luoghi storico-artistici del territorio come una componente essenziale della formazione degli studenti, cosa che mi risulta sia sempre più trascurata nelle scuole. Non era così trenta o quaranta anni fa. Al contempo, è necessario che le istituzioni sviluppino progetti di inclusione e di educazione al patrimonio, investendo molta parte delle loro attività sul rapporto con questi intermediari, siano essi operatori dell’informazione o insegnanti, oppure organizzatori turistici. Dall’altro lato, la proposta artistica deve cercare di essere sempre intelligibile. Le istituzioni dovrebbero includere i loro programmi all’interno di palinsesti più ampi e non dovrebbero sentirsi a disagio nello svelare quale è la strategia soggiacente la politica culturale, in modo che il pubblico sia educato e alfabetizzato a seguire una proposta culturale in maniera continuativa e non occasionale. Nello stesso tempo, il settore della curatela deve investire molto nella scelta dei mezzi linguistici, visuali e comunicativi più adeguati per non farsi percepire come estranea, settaria e di nicchia. Questo non significa svilire i contenuti scientifico-culturali, ma inserire una buona quota di divulgazione in tutti i nostri progetti.


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