Parlare in pubblico: scrivere e preparare un discorso

Descrizione del corso
Quando dobbiamo pronunciare un discorso, ci chiedono di essere spontanei e incisivi, ma nessuno ci spiega come si fa. Eppure esistono tecniche che tutti possiamo imparare per diventare oratori migliori. La prima cosa da fare è individuare la tesi da comunicare e le argomentazioni per supportarla. Fatto questo, possiamo buttare giù una scaletta, che ci metta in condizione di prendere per mano i componenti dell’uditorio e di portarli con noi in un viaggio. E poi bisogna pensare ai “tuoni nella notte”, quelle espressioni che rimarranno scolpite nella testa di chi ci ascolta. Altro grattacapo è pensare a come rompere il ghiaccio e come finire in modo strategico. Un discorso fatto a regola d’arte non si chiude con un “arrivederci e grazie”, ma con un invito al fare, una sfida, un impegno.
In questo corso impariamo a preparare un discorso, a scegliere le parole più corrette e il tono più adeguato al contesto e al pubblico. La retorica non è solo frutto di un talento innato, è un’arte che ha le sue regole da apprendere e sperimentare.
Cosa imparerai
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Come funziona il corso
Il corso ha la durata di un mese, suddiviso in 5 appuntamenti, ognuno da due ore, da seguire in orario preserale.
Il corso è interamente in live streaming, al termine degli incontri troverai sulla nostra piattaforma le registrazioni delle lezioni.
Oltre alle lezioni avrai poi accesso a una selezioni di fonti curate dai docenti e alle esercitazioni da svolgere tra i vari incontri, che ti accompagneranno lungo il mese di fruizione del corso.
La partenza del corso verrà confermata al raggiungimento di un numero minimo di iscritti.
Numero massimo di partecipanti: 30 persone.
Date e orari degli incontri:
- 19 maggio, 18.00 - 20.00
- 26 maggio, 18.00 - 20.00
- 31 maggio, 18.00 - 20.00
- 9 giugno, 18.00 - 20.00
- 16 giugno, 18.00 - 20.00
Le tappe del percorso
Non si parla per parlare ma per ottenere un risultato: avere un finanziamento, indurre all’azione, vivere insieme un’emozione. Spesso però gli oratori non raggiungono il risultato perché non sono in grado di comunicare qual è la tesi che vogliono dimostrare o l’idea che vogliono sostenere. E il loro discorso scorre via come l’acqua fresca. Nessuno ricorderà né le parole né l’oratore. Invece la retorica ci aiuta ad andare dritti al cuore del problema.
Le argomentazioni devono essere credibili, documentate ed esposte in modo chiaro. Una volta individuate, saranno disposte in una scaletta. Si potranno posizionare gli argomenti più forti all’inizio e alla fine, oppure partire con l’argomento bomba o, al contrario, chiudere con un boom. La scelta della dispositio (ordine degli argomenti) dipende dall’effetto che si intende ottenere.
Al contrario di quello che comunemente si pensa, le figure retoriche servono per rendere il dire più vivo e più chiaro. Sono i “tuoni nella notte” o le “luci del discorso”: quegli elementi che rimangono impressi nella mente dell’uditorio. Un esempio? L’anafora Io ho un sogno di Martin Luther King è un tuono nella notte. Non saremo il reverendo King, ma le figure retorice possiamo imparare a usarle anche noi.
Un discorso si può pronunciare con una scaletta scritta su un foglio di carta oppure avvalendosi delle slide e, in questo caso, bisogna saperle fare. Ma possiamo anche introdurre un oggetto. L’oratrice della piattaforma ted.com Jill Bolte Taylor racconta il funzionamento del cervello umano, tenendo in mano un cervello umano (vero!). Certo non è passata inosservata.
Un paradosso: per sembrare spontanei dobbiamo provare il discorso tante volte. Interpretarlo ci aiuta anche a far emergere eventuali incongruenze o debolezze della scrittura. Se in quel passaggio ci impuntiamo sempre, vuol dire che qualcosa non va nella scrittura. Ci dobbiamo ancora lavorare, per poi far volare le nostre idee.