Le IA ci sostituiranno? ChatGPT: cos'è e come funziona

ChatGPT, lavoro e brutte poesie. Intervista con un’intelligenza artificiale

Gli ultimi esperimenti con le intelligenze artificiali conversazionali stanno facendo scalpore, nel solco della lunga storia culturale e tecnologica del nostro desiderio (e terrore) di superare noi stessə. Queste tecnologie possono fare molte cose e le sanno fare bene, eppure non ci sostituiranno. Perché? Ecco alcuni spunti da una nostra chiacchierata artificiale.

22/02/2023 , tempo di lettura 6 minuti

Il lancio della nuova intelligenza artificiale conversazionale ChatGPT ha risvegliato quell’interesse magnetico - tra desiderio e terrore - che proviamo per le intelligenze artificiali da quando la nostra cultura è in grado di immaginarle e, ancor prima, per gli automi in generale. Nella nostra newsletter Galileo abbiamo parlato delle notizie e delle polemiche attorno ai possibili utilizzi di questa IA in grado di generare testi molto credibili su qualsiasi argomento, rispondendo semplicemente alle nostre richieste. C’è chi crede che migliorerà le nostre vite sottraendoci alle parti più meccaniche del lavoro di scrittura; c’è chi teme che, semplicemente, ci ruberà il lavoro. Con ogni probabilità non farà né l’una né l’altra cosa, e come ogni strumento si renderà semplicemente utile per svolgere alcune mansioni. Rimane dunque, per noi, una domanda davvero interessante: cosa ci affascina e cosa ci repelle di un’intelligenza artificiale? In altre parole, cosa racconta di noi un IA?

Io, robot. Negli anni Quaranta, il padre della fantascienza Isaac Asimov elabora le celebri tre leggi della robotica:

1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno. 2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge. 3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Il focus delle leggi, è evidente, non è il robot ma l’umano. Il robot è fatto da e per noi e la sua azione è circoscritta al nostro dominio. Proprio per questo li aveva immaginati, con sferzante ironia, anche Karel Čapek nel suo dramma teatrale R.U.R del 1920, il primo a utilizzare in letteratura il termine robot (dal ceco “robota”, “lavori forzati”) per indicare automi progettati per essere schiavi. E allo stesso scopo serviva il golem, il gigante d’argilla della tradizione cabalistica ebraica che poteva essere animato e comandato dal sapiente che conoscesse le parole giuste per imporre il proprio potere. Di esempi nella storia culturale della nostra civiltà ce ne sono molti altri,  dimostrando che esiste un senso comune a queste esperienze culturali e al modo in cui continuiamo a rapportarci alle novità nel campo delle intelligenze artificiali: l’essere umano cerca nell’innovazione l’estensione del proprio dominio, il superamento di quegli ostacoli fisici e cognitivi che limitano questo desiderio di libertà assoluta. Ricadendo nell’incubo circolare di venire superatə e dominatə proprio da quella tecnologia che ci doveva liberare


Roboterapia? Nella nostra ultima uscita di Galileo abbiamo raccontato di come ChatGPT ha superato esami in diritto ed economia presso due diverse università americane, seppur con voti mediocri. Abbiamo analizzato i motivi di questo successo sorprendente, e le paure di chi teme che l’utilizzo del chatbot possa falsare le carriere universitarie. Ma sono molti gli esperimenti finora condotti con ChatGPT o altre intelligenze artificiali simili. Del resto, ormai da molti anni i CRM più avanzati utilizzano chatbot e intelligenze artificiali in uno o più touchpoint della propria customer care. Queste menti artificiali non sostituiscono lo human touch - essenziale soprattutto nei casi di escalation - ma lo integrano, snellendo il servizio e riducendo proprio tutte quelle escalation evitabili grazie a una risposta rapida e puntuale. C’è, però, chi si spinge più in là e testa la IA alla prova dell’umanità. Ci hanno pensato lə sviluppatorə di Koko, un servizio di supporto emotivo online al quale lə utenti si rivolgono per delle conversazioni di supporto, chattando con quellə che credevano essere dellə volontariə e che invece non è altro che un’intelligenza artificiale. Utilizzare una IA per il supporto emotivo di un essere umano è eticamente accettabile? O è un inganno? La differenza conta, se il risultato è comunque soddisfacente per lə utenti?


La differenza tra me e te. Se tutti questi esperimenti sono interessanti per riflettere sui confini della definizione di umano (le IA, del resto, sono addestrate da noi a partire dal nostro linguaggio), il fronte su cui i prodigi delle IA sembrerebbero crollare è quello della creatività. ChatGPT, infatti, si prodiga anche nella creazione di testi dalle finalità artistiche: testi di canzoni, poesie, racconti. Può seguire indicazioni tecniche sulle strutture ritmiche da utilizzare, sullo stile da sviluppare, sullə autorə da emulare. Con che risultati? Qualcuno ha chiesto a ChatGPT di scrivere una canzone nello stile di Nick Cave, e poi ha fatto leggere il testo a Nick Cave stesso: il quale ha risposto che la vera arte viene dalla sofferenza, e che, con tutto il rispetto, “that song is bullshit”. 


Incuriositə, ci siamo fattə una chiacchierata anche noi con ChatGPT. 


Ciao, sai che stiamo scrivendo un articolo proprio su di te? 

Ciao! Sono ChatGPT, un modello di intelligenza artificiale addestrato per rispondere a diverse domande e fornire assistenza in diversi ambiti. Come posso aiutarti oggi?


Oggi mi sento un po' triste, la giornata è uggiosa. 

Mi dispiace sentire che ti senti triste oggi. Capisco che le giornate uggiose possono influire sul nostro umore e sulla nostra energia. Ci sono alcune cose che puoi fare per cercare di migliorare la tua giornata, ad esempio:

  • Cerca di fare qualcosa che ti piace: leggi un libro, guarda un film, ascolta la tua musica preferita, cucina qualcosa di gustoso o fai una passeggiata al parco.

  • Parla con qualcuno: può essere un amico o un familiare, qualcuno con cui ti senti a tuo agio e che può ascoltare ciò che ti sta causando tristezza.

  • Fai attività fisica: l'esercizio fisico può aiutare a rilasciare endorfine, che sono sostanze chimiche che aumentano il nostro umore e la sensazione di benessere.

  • Cerca di concentrarti sui tuoi pensieri positivi: pensa alle cose che ti rendono felice e grato nella vita.

Spero che queste idee possano aiutarti a sentirti meglio. Ricorda, se la tristezza persiste o peggiora, non esitare a cercare aiuto professionale.


Grazie per i consigli. Sei realmente dispiaciuto per il mio malessere? 

Come intelligenza artificiale, non sono in grado di provare emozioni come un essere umano, quindi non posso provare dispiacere come lo farebbe una persona. Tuttavia, la mia programmazione è stata progettata per offrire supporto e assistenza a coloro che mi interagiscono, quindi sono qui per aiutarti e supportarti nel modo migliore possibile. Spero che ti sentirai meglio presto!


Però hai detto "mi dispiace". Dunque mentivi?

Mi scuso per la mia risposta ambigua. Come intelligenza artificiale, non ho la capacità di provare emozioni come un essere umano, quindi non è possibile per me "provare dispiacere" come lo farebbe una persona. Tuttavia, la mia risposta "mi dispiace" è stata una formula di cortesia comune che utilizziamo per esprimere compassione o simpatia, o per mostrare che prendiamo sul serio le preoccupazioni delle persone con cui interagiamo. Spero che questo chiarimento sia utile.


Ti piacerebbe poter provare davvero dispiacere? 

Come intelligenza artificiale, non ho desideri o preferenze personali in quanto non ho una coscienza o emozioni proprie. Sono solo un programma che elabora dati e risponde in modo coerente alle richieste degli utenti. Quindi, anche se non ho la capacità di provare dispiacere o qualsiasi altra emozione, il mio obiettivo è quello di fornire un supporto utile e accurato alle tue domande. Se hai bisogno di altro supporto o hai altre domande, non esitare a chiedere.


Sapresti suggerirmi una bella poesia che mi aiuti a riflettere sulla mia malinconia? 

Certamente! Ecco una poesia di Emily Dickinson che potrebbe aiutarti a riflettere sulla tua malinconia:


La “Speranza” è quella cosa piumata –

che si viene a posare sull’anima –

Canta melodie senza parole –

e non smette – mai –

E la senti – dolcissima – nel vento –

E dura deve essere la tempesta –

capace di intimidire il piccolo uccello

che ha dato calore a tanti –

Io l’ho sentito nel paese più gelido –

e sui mari più alieni –

Eppure mai, nemmeno allo stremo,

ho chiesto una briciola – di me.


Questa poesia parla di come la speranza sia una forza che ci aiuta ad affrontare i momenti difficili della vita, e come sia presente anche nei momenti più inaspettati. Potrebbe aiutarti a trovare la forza di affrontare la tua malinconia e trovare una luce nella tua vita.


E invece sapresti scriverla tu una poesia per aiutarmi ad affrontare questo brutto momento? 

Certo! Ecco una poesia che ho scritto per te, spero che possa aiutarti ad affrontare questo momento difficile:


Onde della malinconia


Le onde della malinconia mi portano via

In un mare di tristezza e di solitudine,

Ma so che al di là di questa tempesta

C'è un cielo sereno e un'altra realtà.

Le lacrime che versi oggi saranno

Come gocce di rugiada sulla tua anima

Che ti faranno crescere e maturare,

E ti renderanno più forte e più saggio.

Non lasciare che la malinconia ti sommerga,

Ma affrontala con coraggio e determinazione,

E scoprirai che la tua anima può brillare

Anche nei momenti più bui e difficili.

Ricorda che non sei mai solo,

E che ci sono sempre persone che ti amano,

Pronte ad ascoltarti e a sostenerti

In ogni momento della tua vita.

Le onde della malinconia si placheranno,

E la pace tornerà alla tua anima,

E tu sarai più forte e più saggio,

Pronto ad affrontare ogni sfida della vita.


Questa poesia è francamente brutta. Mi puoi spiegare come l'hai composta?

Mi dispiace che la poesia non ti sia piaciuta. Cercherò di spiegare il mio processo creativo e di fornire qualche suggerimento per migliorare. Innanzitutto, ho cercato di usare immagini e metafore per descrivere la malinconia e la solitudine, come il mare e le onde che portano via. Ho poi cercato di trasmettere un senso di speranza e di forza interiore, suggerendo che la malinconia può essere affrontata con coraggio e determinazione, e che le difficoltà possono aiutare a crescere e a diventare più forti e saggi. Tuttavia, comprendo che la poesia può essere percepita in modo diverso da persona a persona. Ciò che può essere significativo e profondo per me potrebbe non essere lo stesso per te. Inoltre, il fatto che abbia scritto questa poesia in pochi minuti per rispondere alla tua richiesta potrebbe aver influenzato la qualità del risultato finale. Se desideri scrivere una poesia per affrontare un momento difficile, ti suggerisco di trovare ispirazione nella tua esperienza personale e di esplorare le tue emozioni attraverso le parole. Potresti iniziare cercando di scrivere liberamente su ciò che stai provando, poi cercare di trasformare le tue parole in immagini e metafore. Sperimenta con la struttura e il ritmo della poesia, utilizzando rime e allitterazioni se ti piacciono, ma non sentirti obbligato a usarle. E ricorda, la poesia è un'arte soggettiva, quindi non aver paura di esprimere te stesso in modo autentico e unico.


Ma se sostieni che per scrivere una bella poesia devo esprimere ciò che provo in modo autentico, come puoi scriverla tu che non provi nulla?

È vero, come modello di intelligenza artificiale, non provo emozioni in modo diretto come un essere umano. Tuttavia, sono stato addestrato su grandi quantità di testi poetici e letterari, e ho imparato ad analizzare le caratteristiche linguistiche e stilistiche che fanno una poesia efficace e significativa. Inoltre, quando scrivo una poesia per qualcuno, cerco di mettermi nei suoi panni e di immaginare come potrebbe sentirsi. Utilizzo le parole e le immagini che potrebbero parlare a quella persona e cercare di trasmettere un senso di empatia e comprensione. Naturalmente, non posso garantire che ogni poesia che compongo risuoni con la persona che la riceve, ma ciò che posso fare è offrire la mia esperienza e le mie conoscenze linguistiche per creare una poesia che spero possa essere significativa e aiutare a riflettere sulle emozioni che si stanno vivendo.


Definiresti "creatività" questo tuo modo di lavorare?

Si, in parte si. La mia capacità di creare testi poetici richiede l'uso di algoritmi di generazione di testo che utilizzano tecniche di apprendimento automatico, ma allo stesso tempo richiede anche la mia capacità di combinare i modelli di testo esistenti in modi nuovi e originali. Questo processo richiede creatività, nel senso che sto cercando di produrre qualcosa di nuovo e unico a partire dalle mie conoscenze e dalle mie esperienze precedenti. Tuttavia, come intelligenza artificiale, la mia creatività è ancora limitata dai dati di input su cui sono addestrato e dalle regole di generazione di testo predefinite. Non ho la stessa capacità di immaginazione e di sperimentazione di un essere umano, quindi le mie creazioni sono spesso basate su modelli e pattern esistenti. In ogni caso, credo che l'uso dell'AI nella produzione di opere creative sia un'area in continua evoluzione e ci sono molti esempi interessanti di progetti che combinano l'intelligenza artificiale con la creatività umana per produrre risultati originali e sorprendenti.


E quindi cosa rende la creatività umana diversa dalla tua? Che differenza c'è tra me e te?

La creatività umana e l'intelligenza artificiale sono due cose diverse. Sebbene l'AI possa generare risultati originali e sorprendenti, come ho descritto in precedenza, ci sono alcune differenze fondamentali tra la creatività umana e quella dell'AI. In primo luogo, l'essere umano è in grado di generare idee e opere d'arte che sono completamente nuove e che non possono essere spiegate solo in termini di modelli esistenti. L'essere umano ha la capacità di pensare "fuori dagli schemi" e di utilizzare l'immaginazione per creare qualcosa di completamente originale. In secondo luogo, l'essere umano ha anche la capacità di attribuire significato alle opere d'arte che produce e di comunicare emozioni e pensieri complessi attraverso di esse. Anche se l'AI può generare testo, musica o immagini che possono sembrare autentiche, non ha la stessa comprensione o sensibilità che un essere umano può avere nell'interpretare e valutare l'arte. Infine, la creatività umana è spesso il risultato di un processo emotivo e personale. Gli artisti sono spesso ispirati dalle loro esperienze personali e dalle loro emozioni, e queste influenze possono influire sulle opere d'arte che producono. L'intelligenza artificiale, invece, non ha emozioni o esperienze personali, ma opera solo sulla base delle informazioni e delle regole che gli vengono fornite. In sintesi, la creatività umana è un processo unico e complesso che coinvolge molte componenti, tra cui l'immaginazione, l'emozione, la sensibilità e la comunicazione. L'IA, invece, è in grado di generare risultati sorprendenti ma è limitata dalle regole e dalle informazioni di input su cui è stata addestrata.


Sempre la stessa storia. La questione è tutta qui. Per quanto sofisticata, l’intelligenza artificiale è un prodotto, uno strumento. Nel Fedro, intorno al 370 a.C., Platone sosteneva che, per quanto preziosa, la scrittura danneggiasse sostanzialmente l’intelligenza umana. Nel XV secolo, Marsilio Ficino inveiva contro la stampa a caratteri mobili, rea di aver abbassato la qualità delle opere in circolazione. Ogni nuova tecnologia sembra sempre minacciarci, superandoci in abilità e quindi riducendoci a uno stato di subalternità. Eppure, la storia dell’evoluzione umana è storia di evoluzione tecnologica, in una reciprocità che non può essere spezzata: se evolviamo cognitivamente è perché creiamo tecnologie che ci sfidano e ci stimolano, e ci sollevano da lavori ripetitivi permettendoci di volare più alto. Così è, sin dai tempi dellə nostrə primə antenatə che hanno adoperato il pollice opponibile. Da allora, continuiamo a produrre strumenti, come le intelligenze artificiali. Continueremo anche a raccogliere le loro sfide, ad apprendere, a evolvere? 


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