Dropshipping: il trend del momento per creare il proprio negozio online
Come sfruttare le potenzialità della rete per dar vita a un eCommerce di successo
Il dropshipping, letteralmente “spedizione a goccia” di un solo prodotto per volta richiesto dal cliente, è esploso con il digitale, soprattutto dall’inizio dell’emergenza epidemiologica. Ma si può dire che è iniziato molto prima che le piattaforme online prendessero piede. Alcuni fanno risalire infatti la nascita di questo modello agli anni Sessanta-Settanta, con le vendite per corrispondenza. Ma è con le nuove tecnologie che il fenomeno si è diffuso, toccando aumenti vertiginosi nei mesi di lockdown.
Un nuovo business model
Ma vediamo di cosa si tratta. La “spedizione a goccia” significa vendere senza comprare i prodotti in anticipo dal fornitore, quindi senza fare magazzino, evitando i costi di immobilizzazione della merce. Si stringono accordi con i fornitori, si costruisce un catalogo di prodotti online (ma senza acquistarli), girando poi l’ordine in arrivo dall’acquirente direttamente al fornitore che si occuperà della spedizione. A fare da tramite, solo la piattaforma: quindi l’utente compra tramite il portale ma non dal portale, bensì dal fornitore.
Come si inizia a fare dropshipping? Bisogna mettere in conto un investimento minimo, ma non troppo alto, in quanto non serve un negozio fisico né si avranno i costi di magazzino e il fornitore sarà pagato solo quando il prodotto sarà venduto. All’inizio servirà acquistare il dominio su internet, costruire il sito di eCommerce affidandosi a dei professionisti o pagando l’abbonamento a una piattaforma (spesso si comincia con prove gratuite limitate di pochi giorni), analizzare il mercato, costruire una campagna di marketing, entrare in contatto con i fornitori (di tutto il mondo).
Esistono anche piattaforme, come la canadese Shopify o la cinese Aliexpress (di proprietà di Alibaba), che permettono di creare il proprio sito fornendo l’infrastruttura tecnologica tramite il pagamento di un abbonamento.
Prima di aprire un “negozio online” bisogna cercare i prodotti da vendere, stringendo accordi con i fornitori. In questa fase è importante analizzare i trend di mercato e capire ad esempio quali prodotti vengono più pubblicizzati sui social in un certo momento, identificando i trend di mercato. Bisogna quindi avere anzitutto una capacità di analisi dei dati per poter “cavalcare l’onda” e far funzionare il futuro business. Altro elemento chiave è trovare i prodotti giusti di qualità, ma che garantiscano un costo basso e un margine di guadagno ampio, e soprattutto fornitori affidabili che rispettino modalità e tempi di consegna.
Per iniziare, è utile identificare quali sono gli adeguati canali di distribuzione per il proprio settore: se i grossisti o i piccoli produttori locali. Scegliendo magari di dare un profilo specifico al proprio sito. Bisogna capire quali sono i soggetti più convenienti, prendere contatti o magari effettuare visite di persona. Per questo sono utili anche le fiere di settore o quelle dedicate all’eCommerce. Ce ne sono sia in Italia, sia all’estero.
Sulle piattaforme più famose, si trovano anche a disposizione sistemi di analisi dei trend di mercato – come Oberlo – per trovare i prodotti da vendere e capire quali sono quelli giusti.
Una volta trovati i fornitori e i prodotti giusti, si passa agli aspetti di marketing. Fare dropshipping richiede infatti anche saper pubblicizzare il prodotto sul mercato. Occorrerà quindi sviluppare campagne attraverso i social e Google in modo da arrivare ai potenziali acquirenti.
Pregi e difetti del dropshipping
Il vantaggio di questo modello è che tutto il lavoro viene svolto online, semplicemente inoltrando l’ordine al fornitore. Non ci si deve occupare di impacchettare o spedire il prodotto, cosa che farà il fornitore. L’intermediario non deve nemmeno tenere l’inventario. E la propria platea, sia di fornitori sia di potenziali clienti, si allarga a livello mondiale. Il fornitore, a sua volta, gode della presenza online dei suoi prodotti, aprendosi a una platea maggiore rispetto al singolo negozio fisico o al proprio sito di eCommerce. E non si dovrà occupare degli aspetti di marketing, ai quali pensa il gestore della piattaforma.
È tutto rose e fiori? Non proprio. Anche nel dropshipping possono esserci gli inghippi. Anzitutto, come si diceva, la prima regola di un buon dropshipping è individuare fornitori che abbiano prodotti di qualità e siano affidabili, per non ritrovarsi con ordini inoltrati ma non spediti. Inoltre è importante fare bene i conti: sebbene i costi iniziali siano esigui, il guadagno effettivo rischia di essere altrettanto esiguo. Dal prezzo pagato dall’acquirente, bisogna sottrarre il costo del fornitore e le spese delle campagne marketing e del mantenimento del sito. Quindi, per far aumentare i guadagni, bisogna fare molto volume (cioè vendere tanto) e avere fornitori con prezzi bassi.
Non solo. Bisogna saper schivare anche le possibili truffe, in cui possono incappare tanto i fornitori quanto i gestori delle piattaforme, caso in cui l’uno o l’altro non rispettino i patti iniziali. È fondamentale, anche per questo, prestare sempre molta attenzione alla affidabilità dei soggetti coinvolti. E qui viene incontro ancora una volta la rete, perché nelle community online dedicate all’eCommerce è possibile trovare elenchi di dropshipper con tanto di valutazioni. E confrontandosi con gli altri utenti, si possono individuare dropshipper e fornitori affidabili. Un po’ come avviene per i ristoranti con Tripadvisor.