Lo storytelling per comunicare scienza ed economia
La formula narrativa si rivela uno strumento sempre più efficace per veicolare argomenti complessi. Anche nelle campagne di vaccinazione
Il fisico Richard Feynman riuscì a spiegare la conservazione dell’energia con una storia di Pierino. E per raccontare cos’è la velocità del suono, si può fare ricorso alla storia incredibile del salto dalla stratosfera di Felix Baumgartner. Lo storytelling, dalle narrazioni di storie alle animazioni digitali più attuali, si rivela uno strumento sempre più efficace per veicolare argomenti complessi, come la scienza appunto. O anche l’economia e la finanza.
Raccontare storie per spiegare la scienza
II fisico e programmatore Andrea Piccione racconta che per introdurre nuovi argomenti ai suoi studenti parte sempre storie comuni, come la punizione di Roberto Carlos ad esempio. O anche dalla vita degli scienziati, per far capire ai ragazzi che quello che studiano è il frutto del lavoro di persone “normali”. E che il famoso Isaac Newton ha avuto pure lui, come alcuni, un’infanzia poco fortunata.
La stessa storia della scienza – spiega Piccione – può essere letta in chiave narrativa, come un romanzo epico. E a volte anche i testi scientifici più famosi, come “L’Ottica” di Newton o l’articolo di Einstein sull’effetto fotoelettrico, hanno una struttura di tipo narrativo.
Le storie vengono molto utilizzate non a caso come un efficace strumento didattico, perché stimolano interesse, curiosità, coinvolgimento, sviluppo della memoria e maggior comprensione dei contenuti. Questo accade in quanto i fatti e le azioni raccontati in una narrazione sembrano più concreti e facilmente comprensibili di una dimostrazione matematica. E perché le narrazioni permettono di mantenere sullo stesso piano linguaggio scientifico e non-scientifico.
Scienza a fumetti
E oltre alle tecnologie digitali, uno strumento che può rivelarsi utile è anche quello del fumetto. In ambito scientifico ci sono molti esempi in questa direzione, come i libri sulla vita di Bohr e la fisica dei quanti, sulla storia dell'astronomia o, ancora, sulla fisica che si trova nel mondo dei supereroi.
E non mancano progetti didattici veri e propri, come “Selenia”, una serie inglese dedicata a un’aliena che riesce a cambiare le proprietà dei materiali. O “World Of Viruses”, fumetti per stimolare gli studenti allo studio della virologia, nati ben prima dell’esplosione dell’epidemia da Covid-19.
E in Italia il Consiglio nazionale delle ricerche, Cnr, pubblica la collana Comic&Science, che prende il nome dall’omonima sezione della programmazione di Lucca Comics & Games. Le storie contenute nelle pubblicazioni sono curate da alcuni tra i migliori autori e fumettisti in circolazione per veicolare argomenti complessi. Da Lupo Alberto alle prese con la materia oscura a Zero Calcare che spiega, con il suo linguaggio, la micro e nano-struttura dei materiali.
Lo storytelling nella comunicazione dei vaccini
Non è un caso – come abbiamo raccontato – che nelle campagne vaccinali, per persuadere quante più persone ad aderire alla somministrazione, siano molto più efficaci le narrazioni rispetto alla esposizione di statistiche e risultati scientifici.
Un articolo pubblicato a inizio anno sul New England Journal of Medicine, in merito alla campagna di vaccinazione anti-Covid, propone un insieme di “tattiche” utilizzabili, raggruppate in una piramide, secondo il grado di “accettazione” dei vaccini nella popolazione. Dalla base dei più scettici alla cima di quelli che hanno più fiducia nella scienza.
E quando cominciano ad emergere paura e scetticismo – raccomandano gli scienziati – diventa fondamentale il riferimento alla affidabilità dei vaccini con comunicazioni mirate di educazione e persuasione, usando però storie condivise di tipo narrativo anziché numeri e statistiche. E nella comunicazione con i più scettici, la raccomandazione è di evitare il giudizio, creando invece una narrazione che consenta di cambiare opinione.
Narrazioni economiche
Lo stesso discorso vale per argomenti complessi, e a volte molto ostici, come quelli economico-finanziari. Quanto a educazione finanziaria, gli italiani occupano sempre tra gli ultimi posti tra i Paesi Ocse, come dimostra anche una delle ultime indagini condotte dalla Banca d’Italia.
Ma così come la scienza, anche l’economia è fatta di storie. Narrazione potrebbe sembrare un termine slegato dalla dura legge dei numeri. Eppure anche in ambito economico-finanziario non basta parlare di cifre e statistiche, ma occorre comunicarli in modo efficace. Così come nell’educazione finanziaria risultano molto utili le narrazioni di storie legate alla vita quotidiana per spiegare argomenti complessi come inflazione, tassi di interesse, mutui, deficit e debito pubblico.
Lo dimostrano i diversi progetti di alfabetizzazione finanziaria rivolti agli studenti, che tentano di colmare il gap italiano sulla alfabetizzazione finanziaria. Il corso “Fatti gli affari tuoi!” del progetto Euconomia, promosso dall’Università di Torino e presentato al Festival della Comunicazione di Camogli, può esser preso come esempio. Il corso parla infatti ai giovani delle scuole medie attraverso gli strumenti che sono a loro familiari.
“Ci mettiamo nei panni dei ragazzi, la cui vita è tutta regolata dalle regole dell’economia anche se ancora non se ne rendono conto, per raccontare per esempio come fare un uso consapevole del denaro, a partire dalla paghetta settimanale e dall’acquisto della merenda”, ha spiegato Laura Fumagalli, responsabile di MyEdu, che cura il corso. “Oppure per spiegare perché i desideri di acquisto che sono spinti dal marketing possono non corrispondere con ciò che davvero desiderano. Persino le cose più difficili dell’economia possono essere rese familiari al mondo dei ragazzi, attraverso storytelling, interviste peer to peer, animazioni grafiche, fumetti e attività interattive”.
E lo stesso principio può risultare utile anche nel giornalismo economico-finanziario, che spesso risulta ostico ai non addetti ai lavori, finendo per diventare anche respingente per i lettori non appassionati. Temi complessi come quelli economici spesso necessitano di uno sforzo ulteriore per essere resi più intelligibili da un pubblico che non sempre possiede una preparazione adeguata in materia. Anche per evitare, nel campo dell’economia così come in quello della scienza, la diffusione di fake news che risolvono con soluzioni rapide e semplicistiche argomenti che invece necessitano del necessario approfondimento.