CMS alternativi a WordPress: la classifica dei migliori

Quali sono le migliori alternative a WordPress?

WordPress è il CMS più utilizzato al mondo, ma non è l'unico. Ecco cinque alternative per creare un sito web che si adatti alle nostre esigenze.

06/02/2021 , tempo di lettura 5 minuti

Trovare dei CMS alternativi a WordPress è semplice, ma il rischio è quello di perdersi tra le centinaia di opzioni presenti sul mercato e di scegliere un sistema di gestione dei contenuti che non si adatta alle nostre esigenze. Prima di decidere a quale piattaforma software affidarci è fondamentale sapere cosa ci serve e quali sono gli obiettivi che il nostro CMS deve aiutarci a realizzare. Vogliamo sviluppare un progetto di Web Content Management? Alcuni sistemi sistemi saranno più utili di altri. Ci interessa invece l’ambito News/Blogging? Esistono CMS creati proprio per questo, mentre altri ancora saranno più efficaci se vogliamo creare un e-commerce. 

Sapere quali sono i nostri obiettivi e quali sono i sistemi più performanti per implementarli è dunque il primo passo per costruire un sito web vincente

Il successo di WordPress 

WordPress sembra non avere rivali. Piace agli utenti, piace agli addetti ai lavori e piace anche a Google, vale a dire al motore di ricerca che da solo è in grado di decretare il successo o il fallimento di un sito web. Dal 2010 ad oggi WordPress è il CMS più usato al mondo, con una quota di mercato pari al 64,1%. Per intenderci, secondo i dati forniti da W3Techs, al 29 gennaio 2021 il 39,9% dei siti presenti sul web a livello mondiale era strutturato su un CMS WordPress. Nel 2019 erano il 35%, segno che la crescita di questa piattaforma software continua senza sosta. 

I motivi del successo di WordPress non sono difficili da comprendere: è un sistema open source facile da installare e da utilizzare. È molto versatile, grazie ai plug-in (oltre 50mila), ai temi e ai widget che consentono di adattarlo ad ogni esigenza. È pensato per i motori di ricerca, permette di affinare la SEO e grazie a WooCommerce, uno dei plug-in più usati dell’anno, consente anche di vendere prodotti online. 

Non è detto però che ciò che piace a tutti debba necessariamente piacere anche a noi e non è nemmeno detto che per il progetto che vogliamo costruire non ci sia qualcosa di più adatto o che WordPress non presenti anche degli svantaggi. Spesso infatti, la necessità di installare continue estensioni non viene apprezzata da tutti, così come il bisogno di mettere mano alla configurazione del server in caso di un incremento dei visitatori o, ancora, i problemi di sicurezza che alcuni plug-in possono comportare. 

Se siete tra coloro che “cercano altro” o che stanno provando a farsi un’idea su quale sia il CMS più adatto al proprio sito web vi presentiamo le 5 migliori alternative a WordPress

Shopify 

Shopify è considerato uno dei migliori CMS alternativi a WordPress, soprattutto per l’e-commerce. Non a caso, nella stessa classifica di W3Techs di cui abbiamo parlato in precedenza, si piazza al secondo posto sia in termini di popolarità che in termini di crescita (dall’1,9% del 1° gennaio 2020 al 3,3% del 28 gennaio 2021). 

È una delle piattaforme più utilizzate al mondo per gestire siti di e-commerce ed è usata da 1 milione di negozi distribuiti in 175 Paesi. Si tratta di un un software “SaaS” (Software as a Service) che chiunque può utilizzare per vendere prodotti online pagando un canone mensile e una percentuale sulle vendite. 

Non è dunque necessario essere esperti, avere alle spalle una grossa azienda o un budget elevato. Si può costruire un sito e personalizzarlo a proprio piacimento approfittando degli strumenti forniti dal sistema e dai diversi piani di abbonamento messi a disposizione. 

Shopify offre la possibilità di caricare schede prodotto, scegliere le modalità di pagamento e spedizione, aggiungere plug-in che consentono ai gestori di integrare il proprio sito. Se si vuole vendere all’estero, è possibile anche creare siti multi-lingua attraverso una soluzione nativa, senza quindi costruire domini secondari. Con la versione Shopify Lite si possono vendere i propri prodotti anche su Facebook, mentre se si ha un’azienda più grande è possibile sfruttare le potenzialità di Shopify Plus che permette di aggiungere funzionalità e sviluppare soluzioni personalizzate.

Joomla! 

Il 2,2% dei siti presenti sul web utilizza un CMS Joomla!. Potrebbe sembrare una percentuale molto bassa se paragonata a quella di WordPress, ma è abbastanza per fargli conquistare la terza posizione nella classifica W3Techs, anche se bisogna considerare che rispetto agli anni passati la popolarità della piattaforma sta diminuendo di anno in anno (-1,2% rispetto al 2014). 

Il software Joomla! richiede qualche competenza in più rispetto al suo celebre rivale, ma per chi non ha voglia di cercare e aggiungere estensioni in continuazione - ce ne sono comunque a migliaia in circolazione e gli utenti hanno la possibilità di scriverne di proprie - può essere la soluzione ottimale. Moltissime funzionalità sono infatti già presenti nell’impostazione predefinita, senza il bisogno di fare alcunché. 

La piattaforma è scritta in linguaggio PHP e pubblicata con licenza libera GNU GPL v2. Ha un design orientato agli oggetti e offre agli utenti elementi predefiniti che possono essere assemblati allo scopo di costruire template personalizzati. Il CMS permette infatti di utilizzare modelli diversi su differenti tipologie di contenuto, favorendo la personalizzazione e l’unicità. 

Secondo gli addetti ai lavori, rispetto a WordPress, Joomla! possiede un sistema di permessi di accesso più avanzato che consente di controllare le azioni di ogni utente. 

Drupal 

Drupal, come WordPress e Joomla!, è un software multi-purpose, ma in questo caso parliamo un sistema open source di gestione dei contenuti adatto agli utenti più esperti. Nonostante l’installazione sia molto semplice, tra i CMS di cui abbiamo parlato finora è il più difficile da utilizzare. Tradotto: se non si ha a disposizione uno sviluppatore, meglio migrare su altri lidi. 

Al contrario, è consigliato per chi deve gestire un’ampia mole di contenuti e per iniziative di Social publishing, adattandosi a progetti di community. È molto utilizzato dalle società che si occupano proprio dello sviluppo di siti per clienti terzi e ha una struttura modulare molto flessibile che lascia spazio a numerose possibilità di personalizzazione. Chi vuole andare oltre le funzionalità del software principale ha infatti a disposizione oltre 44mila moduli d’estensione. 

Il punto di forza di Drupal è la sicurezza, motivo per il quale è usato per la creazione di molti siti istituzionali o addirittura governativi. 

Magento 

Tra i CMS alternativi a WordPress bisogna tenere in considerazione anche Magento di Adobe. Anche in questo caso parliamo di un sistema appartenente alla famiglia dei CMS open source. Come Shopify, è particolarmente adatto per chi vuole costruire il proprio negozio online ed è attualmente utilizzato da oltre 250mila commercianti. Si possono controllare h24 fatture, modalità di pagamento e spedizione, inventario. 

Rispetto al suo rivale risulta più difficile da utilizzare, ma è dotato di una maggiore flessibilità in termini di personalizzazione ed è considerato molto sicuro. Per tutti questi motivi, Magento è spesso preferito da società di grandi dimensioni

Wix

Wix è un composer che consente agli utenti di costruire il loro sito web usando un’interfaccia “drag-and-Drop” che permette di trascinare i vari elementi sulla pagina. Come per WordPress si ha la possibilità di usare un sottodominio gratuito o di sottoscrivere un abbonamento per registrare un proprio dominio. Ogni utente ha a disposizione circa 700 template (molti gratuiti, altri a pagamento), che però non potranno essere modificati. Uno dei punti deboli di Wix sono proprio le limitate possibilità di personalizzazione. Punto forte: la semplicità. 

Anche con Wix si può costruire un e-commerce, ma in questo caso bisognerà optare per i piani in abbonamento ed inoltre si potranno accettare pagamenti solo tramite PayPal o Authorize.net.

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