Aste, mostre e vendite online: ecco come è cambiato il mondo dell’arte nel 2020

Aste, mostre e vendite online: ecco come è cambiato il mondo dell’arte nel 2020

Se nel 2019 le vendite di arte online erano stazionarie, solo nella prima metà del 2020 Christie’s, Sotheby’s e Phillips hanno fatturato 370 milioni di dollari, oltre cinque volte di più

11/03/2021 , tempo di lettura 5 minuti

Anche il mondo dell’arte non è rimasto indifferente davanti ai cambiamenti innescati dalla pandemia. Con i musei chiusi, le aste sospese e le mostre rinviate, Internet e il digitale sono diventati l’unica vetrina sul mondo. E reinventarsi è diventata una questione di sopravvivenza. Oltre che una grande opportunità.


E così anche questo settore nell’ultimo anno ha spinto sull’innovazione, accelerando trend che erano già in corso e lanciandosi in sperimentazioni inedite. I risultati di questo stravolgimento sono raccontati nello studio “Hiscox online art trade report 2020”, che raccoglie i principali segnali di un mondo che è diventato sempre più ibrido e aperto alla contaminazione tra analogico e digitale.


L’arte si sposta online

La capacità di reinventarsi del mondo dell’arte si è messa in moto quasi subito: fin da marzo 2020, per esempio, Art Power Hong Kong ha lanciato dibattiti online, interviste ad artisti, tour in streaming e visite agli atelier degli artisti. Questo è avvenuto anche grazie alle collaborazioni con le Big Tech. Google, ad esempio, ha organizzato con oltre 30 musei del mondo uno show virtuale sulla vita e il lavoro di Frida Kahlo.

E l’utilizzo delle gallerie virtuali per mettere in mostra le opere degli artisti tramite la realtà aumentata ha iniziato a diffondersi rapidamente. Oltre alle fiere online per vendere i lavori degli artisti in una forma di mutuo aiuto, come quella organizzata dalla New Art Dealers Alliance. “Dallo scoppio del Covid-19, il mondo dell’arte ha visto un’incredibile messa in circolo di buona volontà e di sostegno, oltre che di innovazione e collaborazione, soprattutto online”, si legge nello studio. “Nonostante il nuovo mercato post-Covid non sarà più solo online, il mondo dell’arte ha ufficialmente abbracciato la trasformazione digitale ed è ora in una posizione migliore per adattarsi al cambiamento nel lungo periodo”.


Se nel 2019 le vendite di arte online erano stazionarie, solo nella prima metà del 2020 Christie’s, Sotheby’s e Phillips hanno fatturato 370 milioni di dollari, oltre cinque volte di più rispetto allo stesso periodo del 2019. 


Negli ultimi mesi, si sono viste inoltre molte gallerie d’arte uscire dalla nicchia delle visite private virtuali per abbracciare a più ampio spettro la tecnologia. E sulla base di questo – spiega lo studio – il 63% delle piattaforme ora si aspetta che anche le gallerie diventino dei player centrali del mondo dell’arte online nel prossimo futuro.


Il futuro digitale

Difficilmente, insomma, anche una volta superata la pandemia, si tornerà indietro a com’era prima. “Il distanziamento sociale ha obbligato a una nuova forma di coinvolgimento online che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui il mercato dell’arte, e i suoi portatori di interesse, gestiscono la propria presenza online”, si legge nello studio.


Secondo la ricerca, l’80% delle piattaforme di vendita d’arte online si aspetta una crescita delle vendite nell’arco del prossimo anno. In particolare, il 65% ritiene che la crisi porterà a dei cambiamenti permanenti, dove l’online entrerà a pieno titolo nell’offerta del mercato dell’arte. E sempre più le case d’asta cercheranno di diversificare la propria base clienti, facendo crescere anche altri settori, dal segmento degli oggetti da collezione alla fotografia.


La crescita, però, non è destinata a coinvolgere tutti in uguale misura. A vincere saranno soprattutto i big in grado di sostenere gli investimenti in tecnologia. Alcune piattaforme non riusciranno a superare la crisi, mentre invece quelle più grandi saranno avvantaggiate. Sotheby’s, per esempio, ha visto un aumento delle vendite del 131% nel 2020, e una crescita del 74% sui prezzi rispetto al 2019.


E come già accade nel mondo della tecnologia, il rischio dei prossimi anni sarà – secondo la ricerca – la convergenza del mercato online dell’arte intorno a pochi attori chiave. Ma anche l’intervento di attori esterni, che potrebbe cambiare il settore per sempre.


Per gli attori più deboli, invece, la pandemia ha messo in evidenza l’enorme dipendenza del mondo dell’arte dai canali tradizionali. E alcune realtà non ce l’hanno fatta: Paddle8, per esempio, è fallita a marzo 2020.


La crescita di una presenza digitale, però, ora dovrebbe contribuire più di prima a mantenere a galla questo mondo. Fra i musei, molti si sono adoperati per stare al passo con i tempi nell’utilizzo della tecnologia. E con l’aiuto di Google oggi è possibile visitare molte mostre dal divano di casa.


Qualche attore si è spinto anche oltre. La Serpentine Gallery di Londra, ad esempio, utilizza Twitch, la piattaforma di streaming per gamer, per portare i visitatori a spasso per il museo. Fra le fiere, per esempio, Art Basel Hong Kong è stata fra quelle che più si sono distinte fin dall’inizio della pandemia, con 235 mostre organizzate online e oltre 2.000 opere in mostra.


Anche le aste hanno fatto il grande balzo nell’online, migliorando la fruibilità. Christie’s, fra le prime a lanciare aste unicamente online nel 2011, ha introdotto quest’anno anche un meccanismo di vendita privata che è indipendente rispetto dalla stagionalità dal calendario delle aste tradizionali. Anche le gallerie d’arte, con il principio delle “viewing rooms”, consentono una comunicazione personalizzata e più intima nei confronti del visitatore.


Ma Internet ha rappresentato una salvezza anche per gli artisti. A marzo 2020, per esempio, il britannico Matthew Burrows ha lanciato un concorso su Instagram chiedendo agli artisti di pubblicare una foto dei propri lavori in vendita sotto le 200 sterline, con l’hashtag #artistsupportpledge. Ogni volta che si raggiungevano le 1.000 sterline di incassi, la promessa era quella di acquistare l’opera di un altro artista a 200 sterline. A giugno 2020 c’erano già 70mila fotografie postate, ed erano stati raggiunti oltre 15 milioni di sterline di vendita.

L’ultimo limite da superare, però, è quello del delivery. Secondo la ricerca, il mondo dell’arte è infatti ancora alla ricerca di una soluzione di consegna affidabile e con un buon rapporto costo-beneficio.

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