Grandi traduzioni dallo spagnolo: la magia del linguaggio e della letteratura

Grandi traduzioni dallo spagnolo: la magia del linguaggio e della letteratura

Addentrarsi nel mondo della traduzione editoriale e riscoprire alcune delle opere più belle tradotte, per la prima volta, in italiano da Feltrinelli.

15/03/2024 , tempo di lettura 2 minuti

La produzione libraria dallo spagnolo, che è anche una delle lingue più parlate al mondo, è ricca di testi senza tempo e autorə geniali e particolarissimə, che in Italia possiamo leggere grazie a uno degli atti magici del linguaggio e della letteratura: la traduzione. Chi traduce per mestiere sa che il suo è un compito complesso, delicato ed essenziale con cui dovrà far sì che il testo continui ad avere musicalità, ritmo, atmosfere e rapporti con il contesto in cui è nato. Tradurre significa infatti trasportare tutto questo da una lingua e da una cultura all’altra, dare le parole per far vivere ancora e ancora una storia. Chi lo fa dallo spagnolo non si occupa ovviamente solo di testi provenienti dalla Penisola Iberica, ma deve prestare grande attenzione anche a tutto ciò che arriva dalla prolifica America Latina, lavorando dunque con una lingua che è al tempo stesso una e molteplice.

È proprio su tre grandi testi della seconda metà del XX Secolo di scrittorə latino-americanə, e sul lavoro di chi li ha tradotti per noi per la prima volta, che vogliamo qui soffermarci, per riscoprirli ancora una volta.

Quando abbiamo letto per la prima volta Cent’anni di solitudine

La prima edizione tradotta in lingua straniera di Cien años de soledad nel mondo veniva pubblicata proprio da Feltrinelli nel 1968: era l’anno successivo all’uscita in lingua originale del romanzo dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, Premio Nobel per la letteratura nel 1982. 

Il romanzo – che narra le vicissitudini della famiglia Buendía, generazione dopo generazione, strettamente intrecciata con la storia e l’evoluzione della Colombia come Stato – ottenne un immediato successo globale che lo portò a diventare capostipite ed emblema di un nuovo genere letterario, quello del realismo magico, e a svegliare negli anni Sessanta e Settanta un vivissimo interesse verso la letteratura latino-americana da parte di lettorə e critica. 

Parte del successo e dell’aura stessa di Cent’anni di solitudine è da attribuire anche alla traduzione, affidata in quella prima edizione a Enrico Cicogna, traduttore che curò diverse altre opere di Márquez e, sempre per Feltrinelli, anche la traduzione di testi di Ernesto “Che” Guevara, fra cui La guerra di guerriglia e altri scritti politici e militari. Le traduzioni sono spesso oggetto di discordia e dibattiti sulla fedeltà della lingua e su soluzioni ritenute poco appropriate. Anche il testo in italiano di Cicogna, sebbene leggendario, non fu esente da critiche, ritenuto da alcunə eccessivamente barocco, esoticizzante e talvolta con scelte di vocaboli italiani desueti e in contrasto con quelli di uso comune usati nella versione originale: senza togliere meriti a Márquez, furono anche queste scelte di traduzione a consacrare il testo nel filone di una letteratura magica ed esotica. 

La casa degli spiriti: qui era il 1983 

“Barrabás arrivò in famiglia per via mare”: come dimenticare questo incipit de La casa degli spiriti di Isabel Allende che, alla fine, ritorna come per chiudere un cerchio?  

Importante saga familiare ambientata in Cile, Terra d’origine dell’autrice inestricabilmente legata alla storia della sua famiglia, che è la memoria da cui questo libro prende forma. Un Paese che ci viene raccontato attraverso uno stile evocativo e brutale, che non nasconde e anzi mostra tutta la violenza e il sangue di una guerra civile che porta all’ascesa di Pinochet al potere, e che è, al tempo stesso, la culla dei sogni, degli amori e dei misteri che avvolgono e seguono lə personaggi di questo romanzo. 

La casa de los espíritus è il romanzo d’esordio di Isabel Allende, pubblicato nel 1982 a Buenos Aires dalla spagnola Plaza y Janés Editores (dopo numerosi rifiuti di case editrici in America Latina), che consacrò la scrittrice a un successo planetario. «Gli eccentrici membri delle famiglie Trueba e Del Valle […] si esprimono in molte lingue diverse e raggiungono sempre nuovi paesi lontani con il loro carico di passioni e drammi», Allende commenta così il fortunato successo del libro, nella prefazione alla nuova edizione italiana. Ma, la prima volta che il romanzo ha raggiunto il nostro Paese, era il 1983, tradotto per Feltrinelli da Angelo Morino e Sonia Piloto di Castri. Da qui abbiamo iniziato ad amare Allende, che, anno dopo anno, ha continuato a donarci altre preziose opere, tutte uscite in Italia con Feltrinelli e, dal 1998, tradotte dalla docente e traduttrice Elena Liverani, che ha deciso di dedicarsi solo ai libri di Isabel Allende in virtù del circolo di empatia e intimità venuta a crearsi durante il suo lavoro. In un’intervista Liverani puntualizza come la vera sfida del suo mestiere non sia tradurre da una lingua all’altra, ma trasporre da una cultura all’altra

Noi che ci vogliamo così bene, scoprire e accogliere Marcela Serrano 

Nosotras que nos queremos tanto è il primo romanzo della scrittrice cilena Marcela Serrano, pubblicato nel 1991 e immediatamente molto apprezzato, al punto da vincere diversi premi – fra cui il Premio Sor Juana Inés de la Cruz e il Premio Feria del Libro de Guadalajara nel 1994. 

Restiamo in Cile, qui dipinto dalle storie di quattro donne e amiche che si raccontano – e, soprattutto, si ascoltano: cosa sono stati e cosa hanno rappresentato per ciascuna di loro gli anni passati, da Allende alla dittatura di Pinochet, la vita in clandestinità e il capolino dei tempi moderni in esistenze che ricordano e non dimenticano.

Questo romanzo uscì nelle nostre librerie nel 1996 grazie alla traduzione in italiano di Silvia Meucci per Feltrinelli Editore

Tradurre dallo spagnolo con Feltrinelli Education

La letteratura latino-americana sta vivendo un nuovo risveglio editoriale, incoraggiato da un vivo interesse del pubblico globale. A emergere sono soprattutto scrittrici come Guadalupe Nettel, Camila Sosa Villada, Mariana Enriquez, Rita Indiana e molte altre. Sono tuttavia troppe che ancora non si leggono in Italia perché senza una traduzione. Di opere inesplorate, nuove o da recuperare, la letteratura ispanofona ne tiene traccia: serve dunque chi le traduca. 

Per questo abbiamo ideato il corso, a breve in partenza, Tradurre dallo spagnolo insieme a Francesca Pe’, traduttrice per l’editoria da una quindicina d’anni, alternandosi tra narrativa e saggistica.


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