Scrivere storie per bambini. Intervista ad Annalisa Strada

Scrivere storie per bambini. Intervista ad Annalisa Strada

Creare storie per farle diventare di tutti, soprattutto dei più piccoli: di come nasce un libro per bambini ne abbiamo parlato con la scrittrice Annalisa Strada.

29/05/2024 , tempo di lettura 3 minuti

Abbiamo mosso i primi passi nel mondo insieme alle storie che ci venivano narrate la sera, al momento della buonanotte. Le stesse che abbiamo poi fatto nostre quando stavamo imparando a leggere e le parole erano ancora universi da decifrare. Parliamo dei racconti e libri per bambini: quelle storie fondamentali per la nostra formazione che ancora ci accompagnano e che, forse, abbiamo poi letto o leggeremo a nostra volta a piccoli nuovi lettori. 

Come nascono le storie per l’infanzia? Lo abbiamo chiesto ad Annalisa Strada – autrice di libri per bambini e ragazzi –, che insieme all’editor Elisa Fratton ci accompagnerà durante il corso “Scrivere e pubblicare libri per bambini”, per approfondire la cura necessaria, le tecniche di scrittura e scoprire il mondo dell’editoria per l’infanzia.  

La passione per la scrittura nasce spesso da un'urgenza dentro di noi: quella di creare storie che possano diventare di tutti. Come hai capito che sulla scrittura valeva la pena investirci per farla diventare un lavoro?

Le storie hanno sempre avvolto la mia vita, fin da piccolissima. Sono nata in una famiglia dove nessuno stava mai zitto: nei miei ricordi, avevano tutti qualcosa da raccontare, che fosse qualcosa capitato durante la giornata, un episodio che risaliva a generazioni andate o un pensiero che partiva come un ragionamento e finiva come un gioco. Avevamo una libreria che – con gli occhi di oggi – posso dire non fosse particolarmente ricca, ma che veniva trattata con la massima cura e ognuno di noi aveva qualche titolo là in mezzo che considerava “suo”. Mia nonna aveva una smodata passione per i romanzi rosa, mio nonno sprofondava nei libri che parlavano della guerra che lui aveva combattuto, mia madre amava le storie vere, mia sorella cresceva passandomi le passioni più varie e mio padre era un lettore onnivoro. 

Da piccola sognavo di fare l’entomologo, ma poi le storie hanno cominciato a bussarmi in testa e lo facevano con una tale decisione che non c’era nemmeno da discutere: era chiaro che avrebbero occupato un posto importante nella mia esistenza. Insomma, come dico spesso ai bambini “se mi strizzi, da me escono solo storie”. C’era poco da decidere, si trattava solo di assecondare quel che stava accadendo.

Parlaci del tuo processo creativo: come nasce un tuo libro e dove trovi l’ispirazione per dare vita a storie e personaggi?

Siccome le idee, che siano per le storie o per altro, muovono il mondo, sarei felicissima di saper proporre una formula o una circostanza precisa per generarne. A me vengono in mente quando ho fatto il “pieno di vita”, che può significare che sono in un periodo molto felicemente intenso ma anche che sto attraversando una turbolenza. In linea di massima, direi che per avere idee bisogna essere attenti a quel che accade intorno e allo stesso tempo senza pensieri: una combinazione più facile da creare di quel che può apparire a prima vista. Si tratta di restare sovrappensiero il giusto che basta per guardare il mondo come se fosse qualcosa di terribile o di straordinario, comunque pieno di ogni possibilità. Lo so, non mi sono spiegata, ma è il destino delle idee sfuggire quanto più cerchi di metterle in uno stampo.

Come scegli i temi da trattare nei tuoi libri e qual è il modo giusto per raccontare una storia a un pubblico molto giovane?

Le storie non dovrebbero mai nascere da un tema, ma sempre e solo da un’idea che può eventualmente includere un tema. È proprio lo spunto attorno al quale si decide di dipanare la storia e sviluppare la trama a decidere quale sarà la fascia d’età più indicata. In linea di massima ai bambini si può raccontare di tutto, ma sempre tenendo ben fermo che le loro esperienze sono limitate, la loro curiosità tanta e la loro disponibilità totale. La loro è una fiducia che va accolta con la massima cura e la migliore qualità di cui siamo capaci. Una volta pensata, elaborata, scritta e revisionata la storia, possiamo capire per quale fascia d’età può essere confezionata in un libro, valutando che ogni volume vive più volte: nella voce dell’adulto che legge, nella fantasia di un lettore che affronta da principiante la parola scritta, nella replica del gioco e del dialogo.

Quali sono gli elementi da tenere a mente quando si scrive per piccoli lettori?

Quando si scrive per i bambini servono rispetto e stima per i propri lettori. Sono piccoli, ma non sciocchi: amano le storie che toccano i loro punti vivi e sono assetati di scoperte stimolanti. Siate generosi e attenti e, soprattutto, non sottovalutateli mai: non usate vezzeggiativi e diminutivi inutili, ma un linguaggio vario e accurato; intrecciate storie che contengano idee frizzanti, sapori e colori avvincenti.

3 consigli per aspiranti scrittori e scrittrici che vogliono approcciarsi al mondo editoriale per l’infanzia.

  1. Leggete più che potete;
  2. Scrivete ogni giorno;
  3. Amate la vostra idea, ma non innamoratevene: solo così potrete mantenere uno sguardo appassionato ma lucido nel portarla a compimento.


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