Un magazine aziendale per costruire benessere e comunità: intervista a Daniela Miniace di Prysmian Group
Il benessere in azienda passa anche dagli spazi di libera espressione e creatività che vengono pensati per chi ci lavora. Per questo un magazine come VOCE, scritto dalle persone di Prysmian per le persone di Prysmian, è una pratica di wellbeing virtuosa, capace di dare valore ai talenti nascosti: uno spazio in cui è possibile rafforzare agency, appartenenza, senso di comunità e commitment a valori condivisi. Ne abbiamo parlato con Daniela Miniace, ideatrice del progetto.
Prysmian Group, leader mondiale nei sistemi di cavi per energia e telecomunicazioni, si distingue per un approccio all'avanguardia nella valorizzazione del capitale umano della propria popolazione aziendale. In quella che il Chief HR Officer Fabrizio Rutschmann chiama la People Strategy di Prysmian, il gruppo ha integrato pratiche innovative per il wellbeing e iniziative culturali per promuovere il benessere e la crescita personale dei suoi dipendenti. Come le Settimane della Cultura progettate con Feltrinelli Education, ciascuna dedicata alla scoperta di una diversa emozione, tra workshop, talk, incontri e attività. Un progetto articolato che ci ha accompagnati per tutto il 2023 e che ci ha convinti a pianificare un altrettanto ricco percorso anche per il 2024.
Un progetto particolarmente interessante in questo contesto è il magazine VOCE, dove il punto di vista delle persone di Prysmian si fa racconto e la condivisione di storie, esperienze e idee trova uno spazio prezioso di costruzione di una comunità.
La filosofia di Prysmian riflette un trend globale, che ci racconta dell’importanza sempre più centrale del welfare per il successo di un’azienda. In tal senso, le statistiche sono loquaci: uno studio di Gallup ha dimostrato come l’85% dellə lavoratorə non sviluppi un pieno engagement nel proprio lavoro. Un dato importante, che può essere utile leggere insieme a quello relativo al valore dei benefits aziendali: per il 53% dellə dipendenti contribuiscono significativamente al raggiungimento di una maggiore soddisfazione lavorativa. Particolarmente importanti risultano le iniziative volte alla tutela del benessere psicologico dellə dipendenti e alla creazione di un ambiente professionale sano e positivo: secondo un recente studio della Anxiety and Depression Association of America, l’ansia interferisce negativamente nelle interazioni professionali di circa il 50% dellə lavoratorə americanə, spingendo il 43% di loro a cercare di evitare meeting e riunioni.
In questa cornice, la creazione di un magazine dellə lavoratorə e per lə lavoratorə rappresenta una prospettiva preziosa di espressione e condivisione, con ricadute estremamente positive sul senso di appartenenza alla comunità aziendale e sul benessere individuale: prendere parola vuol dire partecipare alla costruzione di un orizzonte comune. Vuol dire trovare uno spazio in cui il proprio valore, anche umano ed emotivo, può assumere pieno significato. Ne abbiamo parlato con Daniela Miniace, Group Internal Comms & Wellbeing Programs Director & Digital Culture per Prysmian Group.
Prysmian sta dedicando grande attenzione alla valorizzazione della dimensione personale, emotiva e relazionale dellə propriə professionistə, attraverso molti progetti di welfare all’avanguardia dedicati alla genitorialità, per esempio, o come le Settimane della Cultura, un percorso alla scoperta delle emozioni costruito insieme a Feltrinelli Education. Anche il magazine VOCE si inserisce in questo progetto di ecosistema aziendale in cui l’individualità è invitata a trovare il proprio spazio per fiorire pienamente?
I progetti avviati con Feltrinelli Education sono stati decisivi, perché hanno attivato alcune riflessioni importanti proprio sulla necessità di valorizzare al massimo la componente individuale ed emotiva delle nostre persone. Seppure, è vero, l’impegno di Prysmian verso il wellbeing parta da lontano e in molti progetti abbia proporzioni internazionali, come nel caso degli interventi a favore della genitorialità, che sono stati presi a livello di Gruppo. Rispetto ai congedi parentali esistono delle legislazioni locali ed esiste uno standard proposto dal Gruppo a livello globale: ogni paese deve rispettarlo o, come nel caso della nostra sede in Italia, migliorarlo. In questo modo lavoriamo per raggiungere standard sempre più alti, affinché ogni famiglia di Prysmian possa godere di un miglioramento costante del proprio benessere. Un esempio pratico? Negli Stati Uniti le settimane di congedo garantite per legge sono decisamente meno, ma ora le colleghe statunitensi ne hanno sedici e i colleghi due. In Italia, invece, poiché le sedici settimane sono già garantite abbiamo esteso il congedo di altri 90 giorni da usufruire entro i 6 anni dellə bambinə a stipendio pieno, compensando quanto l’INPS non riconosce per le settimane aggiuntive. Inoltre, abbiamo attivato un baby bonus a livello globale.
Fare sempre meglio: questo è davvero un principio che ci guida costantemente nel nostro lavoro sul wellbeing. Stiamo anche per lanciare la strategia Globale e abbiamo appena creato un comitato di wellbeing globale. Il magazine VOCE è un progetto locale che ambisce a offrire uno spazio di espressione indispensabile a nutrire il senso di benessere e appartenenza. VOCE nasce dalle riflessioni maturate durante un evento con Matteo Caccia, durante le Settimane della Cultura, sull'arte dello storytelling. Proprio in quell’occasione, ispirata dal talk, ho avuto l'idea di costituire uno spazio di espressione per i talenti nascosti in Prysmian. Il primo numero è uscito a luglio, con un’ottima risposta e partecipazione. La rivista esce trimestralmente e attraverso candidatura spontanea accoglie contributi interni di diversa natura, tra racconti, poesie, riflessioni sul mondo del lavoro, fumetti, disegni, rubriche di ricette, consigli di lettura. Attualmente la redazione è composta da 8 persone, e abbiamo circa 30 persone che hanno collaborato ai primi numeri, provenienti da tutti i settori operativi. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti della partecipazione appassionata.
Oggi è più che mai chiaro il potere delle autonarrazioni, anche grazie alle lotte di donne e minoranze che hanno rivendicato il diritto a prendere parola e raccontarsi come forma di autodeterminazione. Allo stesso tempo, è diventato centrale il concetto di storytelling: il modo in cui raccontiamo le cose, per esempio i dati o i progetti all’interno di un’azienda, ha un impatto significativo sulla realtà. Quello di VOCE è un progetto aziendale dedicato al racconto individuale: ma come raggiunge un equilibrio armonico con le esigenze dello storytelling aziendale?
La redazione di VOCE valuta attentamente i contenuti per garantire l'adeguatezza ai valori aziendali, evitando però di imporre una censura: un equilibrio che finora non è stato difficile trovare, e questo è un bel segnale di una certa armonia, direi, tra azienda e persone. La nostra popolazione aziendale cresce insieme e sposa un sistema di valori solido che finora non è entrato in contrasto con le esigenze espressive e narrative dei singoli. Anzi! VOCE è stato accolto positivamente perché sta offrendo uno spazio espressivo in una modalità nuova, che viene percepita come più sicura e coinvolgente: è una novità positiva, perché solitamente c’è una certa riluttanza nell’esprimersi apertamente in ambito aziendale. In Prysmian abbiamo anche una sorta di social network interno, nel quale di solito le persone trovano più difficile esporsi. Viceversa, la struttura più editoriale del magazine sta invogliando la partecipazione, perché funziona come garanzia di qualità, sicurezza, confronto. Abbiamo trattato temi seri con un approccio ironico, dimostrando che è possibile alleggerire argomenti importanti senza scadere nell’offesa o generare conflitto.
Un obiettivo importante di VOCE, inoltre, di certo uno dei più importanti, è ridurre il divario tra i diversi settori dell’azienda, in particolare quello con gli operai, il cui coinvolgimento nei processi di comunicazione - per questioni di carattere operativo - può essere incrementato: lo stiamo facendo sia attraverso un progetto digitale molto interessante, in fase di lancio, sia attraverso progetti come VOCE. Promuovere un dialogo inclusivo a tutti i livelli aziendali è indispensabile non solo a favorire un maggiore benessere individuale, ma anche a un arricchimento complessivo e allo sviluppo del pieno potenziale umano presente in Prysmian. Anche la scelta dei temi punta proprio a stimolare un interesse trasversale: l’ultimo numero di ottobre è stato dedicato al work-life balance, mentre quello in uscita a Natale sarà costruito intorno al concetto di meraviglia. Da non perdere!
Ha notato un cambiamento nella cultura aziendale o nelle relazioni tra colleghi da quando è stata lanciata la rivista?
Da quando abbiamo lanciato VOCE, si è percepito un crescente entusiasmo. La rivista è spesso argomento di conversazione ed è un fattore aggregante nei luoghi di incontro e svago dell’azienda, segno che sta influenzando positivamente la cultura aziendale. Sebbene sia ancora presto per valutarne l'impatto a lungo termine, VOCE sta già contribuendo a un cambiamento positivo. È importante per noi lavorare sull'attenzione al singolo, e in questo, VOCE gioca un ruolo fondamentale. Inoltre, abbiamo implementato un'iniziativa di bookcrossing in Prysmian, dove i dipendenti possono trovare e condividere libri, e lì possono trovare anche la versione cartacea della nostra rivista, che è però distribuita soprattutto in formato digitale per ragioni di sostenibilità. Vuole essere qualcosa fatto per restare, durare, girare, far parlare e incontrare. Un tassello del percorso comune che ogni giorno ci impegniamo a costruire.