Parlare di affettività e sesso in classe

Fare educazione sessuale e all’affettività in classe

Parlare di affetti, emozioni e sesso allə ragazzə è indispensabile per invertire la tendenza preoccupante sulla diffusione delle infezioni sessualmente trasmissibili (IST), del revenge porn e delle violenze di genere e contro la comunità LGBTQIA+. Ma anche per non far mancare allə giovani - e alla società - importanti strumenti di sviluppo cognitivo.

10/02/2023 , tempo di lettura 5 minuti

Cosa si prova a essere giovani? L’infanzia, l’adolescenza e la prima gioventù sono esperienze complesse, durante le quali si costruisce quell’impalcatura emotiva e cognitiva sulla quale si reggerà la persona nel proprio percorso di vita: domandarsi come stanno lə giovani, cosa si prova a essere giovani oggi, è un dovere di chi assume su di sé la responsabilità educativa. Vuol dire chiedersi come sta il futuro.

Se lo è domandato la Regione Emilia-Romagna, che da tre anni pubblica il report “Essere adolescenti in Emilia-Romagna”. I dati di quest’anno ci offrono una fotografia eloquente dello stato di benessere dellə giovani residenti in una delle regioni con la maggiore qualità della vita nel Paese. Per loro, a scuola predominano i sentimenti negativi: ansia per il 77,4%, noia per il 55,9%, insicurezza per il 48,9% e tristezza per il 33,3%. In famiglia c’è fiducia per il 45,9%, ma anche rabbia per il 25%. Nettamente migliori i sentimenti provati nel gruppo di amicizie, positivi per il 59,2%. 

Anche dei dati ci si può prendere cura. Prendersene cura vuol dire non lasciare sole queste emozioni e lə giovani che le provano, ma farsi carico di quell’educazione emotiva che è la spina dorsale di qualunque altro progetto formativo. Alcuni ulteriori dati ci aiutano a comprendere come questa educazione alle emozioni debba essere considerata una vera e propria educazione all’affettività. Perché ogni emozione si dà come relazione e “nessun uomo è un’isola”, come scrisse il poeta inglese John Donne. 

Ripicche online. Una recente indagine rivela che il 4% dellə italianə - circa 2 milioni di persone - è stato vittima di Revenge Porn e che quasi il 9% conosce una vittima. La maggior parte di loro sono donne che lo subiscono da uomini (70%) a confermare la violenza di genere che spesso si nasconde dietro queste azioni. Ma anche gli uomini lo subiscono (il 30% delle vittime) ed è una violenza presente anche nella comunità LGBTQIA+ (vi appartengono il 13% delle vittime). La persistenza di un fenomeno così grave, in una popolazione prevalentemente sotto i 27 anni, indica almeno due direzioni di intervento: da una parte conferma l’urgenza di attivare un’educazione all’affettività che liberi le relazioni dalle dinamiche di possesso e sopraffazione, dall’altra il bisogno di farsi carico dell’educazione digitale dellə più giovani. 


Nuovi media, social e piattaforme digitali nascondono possibili insidie, ma non sono certamente delle minacce: sono anzi strumenti preziosi di approfondimento e condivisione dentro e fuori le classi scolastiche. Abbiamo ideato un corso per l’utilizzo dei nuovi media in classe per dare allə docenti gli strumenti per costruire una didattica al passo con i tempi. 


Adolescenti senza protezione. Esiste un divario assurdo e pericoloso tra l’importanza della vita sessuale per lə giovani e l’attenzione formativa che viene dedicata a sessualità e affettività. Proprio a inizio anno l’AIED - Associazione Italiana per l’Educazione Demografica ha denunciato che mentre quasi tutti i paesi europei considerano l’educazione all’affettività e alla sessualità come parte della programmazione curricolare del loro sistema scolastico, l’Italia è uno dei pochi paesi europei a non prevedere programmi curriculari di educazione alla sessualità e all’affettività, insieme a Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania. E i risultati si vedono. Uno studio recente condotto dall'Istituto Superiore di Sanità ha rivelato che rispetto al sesso lə adolescenti hanno conoscenze e competenze piuttosto fragili e, soprattutto, credono di sapere molto più di quanto in realtà conoscano su sessualità e salute sessuale. Sorprendentemente, il 10% dellə adolescenti sessualmente attivi non usa alcun metodo contraccettivo, e alcuni di loro pensano addirittura che il coito interrotto sia sufficiente a proteggere da eventuali malattie. Inoltre, il 20% di loro considera la pillola anticoncezionale un metodo efficace per evitare le infezioni. lo conferma anche un’indagine della Durex: ampliando la forbice d’età, il preservativo lo usa solo il 44% dellə giovani compresə tra i 19 e i 24 anni, in calo rispetto agli anni precedenti (nel 2018 lo usavano il 58% dellə giovani). Il risultato è che negli ultimi 10 anni l’incidenza di infezioni sessualmente trasmissibili (IST) è aumentato di circa il 20%.


Si fa ma non si dice? Esiste il tema del legame tra vita sessuale e vita affettiva, ed esiste il tema del tabù paradossale che una società ipersessualizzata impone sull’educazione sessuale. Lə giovani sono costantemente espostə al sesso, eppure non si sentono davvero serenə nel parlarne in classe o con i propri genitori: il 45% dellə giovani italianə non ha mai parlato di contraccezione in famiglia. Su quali emozioni bisogna lavorare affinché si creino i presupposti per un rapporto di fiducia che possa farsi carico dell’educazione all’affettività e al sesso? Il legame tra emotività e sessualità, e dunque le ripercussioni sulla salute pubblica di una errata educazione emotiva e affettiva, sono chiare da tempo e costituiscono il fulcro degli studi di una pioniera come Mary Calderone, scienziata americana che sosteneva che l'educazione sessuale dovesse essere fornita ai giovani in modo che potessero prendere decisioni informate sulla loro sessualità e sulla salute sessuale. E sosteneva, soprattutto, che l'educazione sessuale debba essere fornita in un contesto di rispetto, di comprensione e di autoconsapevolezza, e che dovesse essere inclusiva di tutte le identità di genere e orientamenti sessuali. 

Emozioni per capire. Conoscersi, conoscere lə altrə: l’educazione affettiva è una questione di interesse collettivo, con importanti ripercussioni sul tessuto sociale e culturale, ma anche sullo sviluppo cognitivo degli individui. Lo sosteneva il grande psicologo dello sviluppo Jean Piaget, come i tanti progetti innovativi che mirano a fornire allə educatorə - che siano genitori o docenti - strumenti di supporto all’educazione dellə più piccolə. Ne è un esempio eccellente Scatoline, la collana di saggi per l’infanzia curata dalla celebre sociolinguista Vera Gheno per la casa editrice indipendente effequ: a ciascun albo una lettera, a ciascuna lettera una parola per esplorare la complessità della lingua, e delle emozioni che grazie a essa riusciamo a esprimere e condividere. 

Felicità di genere. Salute pubblica, sicurezza personale, sviluppo cognitivo: l’educazione all’affettività è lo strumento che ci può consentire di tenere insieme questi assi del benessere individuale e collettivo. Guardare alle soggettività che subiscono discriminazione ci può aiutare, ancora una volta a comprendere la correlazione tra questi elementi e a cogliere l’urgenza di un grande e condiviso progetto di educazione all’affettività: secondo le rilevazioni dell’UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali A Difesa delle Differenze in Italia si verifica un caso di violenza transfobica ogni due giorni e, allo stesso tempo, le persone queer sono più esposte a sviluppare disagi psicologici a causa delle discriminazioni subite quotidianamente. Ma non è solo una questione di violenza esplicita: in una società che non educa alla diversità e all’affettività, che non accompagna lə giovani nel percorso di comprensione delle proprie emozioni, chi fa esperienza di un’identità di genere o di una sessualità divergenti rispetto a quella che viene definita “la norma” sociale e culturale rischia di crescere senza gli strumenti cognitivi per comprendersi, per dirsi, per aprirsi all’incontro con l’altrə. Non è questione di etichette, ma di facilitare l’esplorazione di quell’unicità dell’esperienza emotiva di ciascunə che, se condivisa, può creare percorsi collettivi e diffusi di crescita e felicità.


Feltrinelli Education vuole contribuire a costruire strade sicure per questi viaggi: con questo obiettivo abbiamo progettato Sex Education, il corso per docenti per parlare di affettività e sessualità in classe in modo davvero innovativo ed efficace. Un corso appositamente pensato per lə docenti e la loro didattica, acquistabile anche con la Carta del Docente!

Hot stuff. E ora qualche consiglio per stare sul pezzo: podcast sul affettività e sessualità, da ascoltare in solitaria per rompere i propri tabù, per preparare una lezione di educazione sessuale e all’affettività se sei unə docente, per trovare le parole giuste se sei un genitore, da ascoltare in classe per stimolare il dibattito. Ecco la nostra selezione di podcast su educazione sessuale e affettiva. 

Il sesso degli altri, di Valeria Montebello per Chora Media. Per non rimanere mai indietro su come si parla e si pensa di sesso oggi. 

Piacere mio - La storia del sesso, di Federica Cacciola e Leonardo Zani per Radio DeeJay. Per scoprire come è evoluto nei secoli il nostro rapporto con la sessualità. 

Brave Mai, con Viviana Bruno, Giovanna Donini, Rosy di Carlo e Annalisa Indiveri. Esplorazioni non convenzionali nel mondo della sessualità, delle nuove affettività e delle identità di genere. 


I podcast sono uno strumento eccezionale di divulgazione, approfondimento e confronto. Per questo abbiamo ideato un corso per docenti per usare i podcast in classe, e una Factory del Podcast, la prima accademia per podcaster!

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