Campione mondiale di memoria: i segreti di Andrea Muzii

I principi base delle tecniche di memoria, spiegate dal campione mondiale

Possiamo influenzare la nostra memoria? E se sì, in che modo? Scopri di più su questo interessante argomento nell'articolo di Muzii, campione mondiale di memoria.

Andrea Muzii
Andrea Muzii
29/12/2020 , tempo di lettura 3 minuti

Ciao, 

mi chiamo Andrea Muzii e sono l’attuale campione mondiale di memoria. Mi cimento in gare dove noi concorrenti memorizziamo decine di mazzi di carte, migliaia di numeri e molto altro grazie all’uso delle cosiddette tecniche di memoria. Quello che facciamo alle gare è agonismo. Ma queste tecniche possono anche aiutarci a studiare, ad apprendere e a ricordare le informazioni della vita quotidiana. Oggi sono qui per spiegarti brevemente quali sono i loro principi.


Come funziona la memoria 

Ho una domanda per te: ti è mai capitato di riuscire a ricordare, anche a distanza di anni, un evento o un’informazione molto precisa senza un apparente motivo? Penso di sì, così come sicuramente ti sarà capitato, ben più di una volta, di non riuscire a memorizzare qualcosa di importante, e che invece avresti avuto bisogno di ricordare. Un’altra situazione, ancora più fastidiosa è quella in cui crediamo di aver fissato qualcosa nella nostra mente, per poi accorgerci invece di non averlo più nel momento del bisogno.

A quanto pare, non siamo così bravi a usare la nostra memoria, la quale fa spesso un po’ come le pare. Si ricorda cose che riteniamo inutili ma allo stesso tempo ci può abbandonare nel momento del bisogno.

Tutto questo in realtà non è casuale, ma è dato dal fatto che non tutte le informazioni sono uguali, non tutte hanno le stesse caratteristiche e, soprattutto, non tutte sono percepite dalla nostra mente come qualcosa di importante. Siamo circondati da dati, da informazioni e il nostro cervello non può di certo assimilare tutto. Di conseguenza, quello che fa è selezionare. Selezionare quelle informazioni ritenute importanti.

Ho due notizie, una buona e una cattiva: la cattiva è che non possiamo, di nostra spontanea volontà, fare in modo che la nostra memoria consideri uno specifico dato importante, così da fissarlo. Non basta pensare “questo numero di telefono è importante, io lo voglio ricordare” per far sì che la nostra memoria si attivi e lo catturi. Insomma, non siamo noi a decidere.

Ma aspettate un attimo, c’era anche una buona notizia se ricordate… la buona notizia è che possiamo “ingannare” la nostra memoria facendole credere che uno specifico dato sia tra quelli da dover ricordare.

Per farlo dovremo semplicemente attribuire a una comune informazione le stesse caratteristiche possedute da quei dati che la nostra memoria assimila naturalmente: la dovremo trasformare… ed ecco qui che entrano in gioco le tecniche di memoria!

Ciò che per natura siamo portati a ricordare con precisione sono le immagini, specialmente se diverse dall’ordinario e se accompagnate da un’emozione. Ben diverse però sono invece le nostre esigenze: ogni giorno dobbiamo imparare qualcosa di nuovo ma questo raramente si presenta sotto forma di immagini suggestive. Ciò con cui siamo abituati a confrontarci quotidianamente sono infatti soprattutto testi, parole, dati, i quali – seppure importanti per la nostra vita – sono invece considerati piuttosto noiosi e simili tra loro dalla nostra memoria, la quale fa difficoltà a memorizzarli tutti.


I principi delle tecniche di memoria

Ciò su cui si basano le tecniche di memoria sono proprio queste attitudini della nostra mente e ciò che fanno è trasformare le informazioni che vogliamo ricordare in qualcosa di molto più semplice da assimilare. Di tecniche ne esistono molte, ci sono quelle per ricordare i numeri, quelle per i testi, le formule, i nomi delle persone e così via, ma i principi su cui si fondano sono sempre gli stessi:


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la visualizzazione: trasformare i dati in qualcosa che coinvolga i nostri sensi, in particolare la vista. Il segreto è usare le immagini.

- l’associazione: associare le nuove informazioni tra loro o a qualcosa che già ricordiamo: creando una sorta di “rete” intorno a un dato, riusciremo a “catturarlo”.

- l’emotività: rendere i dati che vogliamo ricordare particolari, unici, diversi dal solito. La banalità e la ripetizione fanno addormentare la nostra memoria, la novità è invece la sua migliore amica. Ti invito infatti a notare come ogni volta che viviamo una nuova esperienza o qualcosa di particolare questa rimanga impressa nella nostra memoria con facilità, insieme anche a molti dei suoi dettagli.

- il chunking: dividere la grande quantità di dati in parti più piccole così da semplificare il lavoro.

Questi sono quindi i principi sui quali si fondano le mnemotecniche, da quelle più semplici a quelle più avanzate. Spero che queste informazioni ti abbiano incuriosito e fatto venire la voglia di approfondire questo mondo!


A presto,

Andrea

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